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Pompei, indagini dell’Antiterrorismo sull’algerino: “Voglio avvicinarmi ad Allah”

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Stretta del pool Antiterrorismo della Procura distrettuale Antimafia napoletana su Othman Jridi, l’algerino che lunedì pomeriggio si è schiantato sul sagrato del Santuario di Pompei. Due ore prima aveva rubato a Terzigno la Fiat Panda, poi con la stessa auto si è diretto nella città mariana.




La condanna

Condannato con rito abbreviato a due anni e sei mesi per il furto della vettura e per le false generalità fornite ai carabinieri. Gli inquirenti, scrive Metropolis, stanno indagando sul web. I dubbi che attanagliano gli investigatori riguardano la figura del 22enne. Potrebbe trattarsi di un lupo solitario che si ispira al fondamentalismo islamico, ma anche di un folle che ha agito sotto gli effetti di sostanze stupefacenti, come da lui stesso ammesso.




«Voglio avvicinarmi ad Allah»

Per il giudice monocratico Fernanda Iannone, esperta di foreign fighters, l’algerino è un sospetto affiliato o un fan dell’Isis. Oltre ad evocare attentati, durante l’udienza, il ragazzo ha inneggiato al Corano e ha dichiarato di volersi «avvicinare ad Allah»: la perfetta immagine del “lone wolf”.

I controlli

Continuano senza sosta le ricerche. Perquisiti tra Terzigno e San Giuseppe Vesuviano gli appartamenti di connazionali e amici di Jridi, ma al momento non è stato trovato nulla che potrebbe collegarlo ad ambienti terroristici o criminali. I controlli proseguiranno finché non verrà chiarita la matrice del gesto. Le indagini, nelle mani del sostituto procuratore di Napoli, Maurizio De Marco, stanno scandagliando i contatti del 22enne senza fissa dimora e in carcere da martedì. La possibilità che Jrini sia un attentatore non è esclusa e, in vista di Pasqua, l’allerta su Pompei è massima anche se non ci sono indicazioni di pericolo concreto e imminente.



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