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Torre Annunziata, seconda foce: “protocollo impossibile”. Continuano le polemiche

seconda foce

Continua la saga “Seconda foce del Sarno”. Stamane il presidente del comitato Gente del Sarno si è recato al Comune di Torre Annunziata per protocollare la proposta di un consiglio comunale monotematico aperto «che chiarisca la questione Grande Progetto».
“Un viaggio a vuoto”, si direbbe: non è stato possibile registrare l’istanza «problemi tecnici», ha spiegato Mazzella. «Né con sistemi informatici né manualmente. Mi chiedo come faccia un cittadino che abbia urgenza di protocollare un atto. Al momento hanno solo apposto il timbro con la data di oggi, mi chiameranno quando la procedura potrà essere completata».




Alla base della proposta «l’opportunità di un chiarimento pubblico. Si tratta di un’opera ingentissima, ma non c’è alcun dettaglio sugli investimenti. Gli iniziali 4 milioni per la riqualificazione a Torre Annunziata sono diventati 20, ma quali gli interventi specifici? I cittadini sanno che il canale Bottaro è uno scarico di reflui e che verrebbe allargato e cementificato? Un dibattito aperto è necessario a spiegare come stanno le cose».

Chiacchiere elettorali

Un colpo basso quello inferto dalla Regione Campania e dal presidente Vincenzo De Luca «che attraverso una delibera, ha messo nero su bianco la realizzazione del primo lotto del Grande Progetto Sarno, partendo proprio dalla realizzazione della famigerata seconda foce», ha commentato la senatrice M5S Virginia La Mura. «Eppure, appena un anno fa, il presidente prometteva ai cittadini di abbandonare l’idea valutando possibili altre soluzioni. Una chiara mossa per sostenere la campagna elettorale dell’attuale sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione che oggi fa sapere che si opporrà a questo progetto scellerato. Un’operazione di facciata? Lo vedremo nel tempo.




Quello che sappiamo con certezza e che ribadiamo con forza – ha continuato – è che il nostro lungo, costante e duro lavoro di studio e proposte, di confronto e scontro acceso e di sensibilizzazione, che ha portato migliaia di cittadini a costituirsi in Comitati di scopo e a prendere coscienza dell’importanza della partecipazione popolare, ha avuto un effetto anche sulla politica locale dell’intero Bacino Idrografico del Fiume Sarno che oggi ha capito che le grandi opere pubbliche possono essere accettate e metabolizzate dai cittadini solo se queste ultime rispondono alle reali esigenze di miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente».

No al muro contro muro

Si propone, invece, come mediatore tra Ascione e De Luca, il primo cittadino di Pompei Pietro Amitrano. Favorevole all’opera prevista per Rovigliano, il sindaco della città mariana ha chiesto un confronto tra le parti in causa e di stabilire un cronoprogramma che dia priorità alla bonifica. «Il Sarno è il cancro delle nostre terre con il quale tutti dobbiamo fare i conti». «La seconda foce si potrebbe evitare se si intervenisse con adeguate vasche di espansione e un’attenta e studiata opera di dragaggio. Ma non si può negare che il piano sia stato pensato alla luce di una sistemazione del sistema idraulico borbonico con il risanamento delle vasche a monte del Vesuvio e il dragaggio, dando priorità agli interventi per fogne e collettori. Solo dopo – conclude Amitrano – si potrà discutere di seconda foce».

Roberta Miele



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