L’indagine ha fatto luce su come il gruppo criminale traesse profitti illeciti dalla gestione di piazze di spaccio a Giugliano e nei comuni vicini. affari che erano iniziati senza il placet del capoclan francesco mallardo e che andarono avanti fino a quando il “boss” uscì dal carcere nel 2014 e impose il divieto di proseguire.
Il mancato rispetto del divieto portò allo scontro armato tra le 2 famiglie nel corso del quale vennero assassinati michele di biase, detto “paparella”, e uno spacciatore di origini algerine rimasto ucciso durante l’agguato ad aniello di biase, figlio di michele.