Crollo a Torre Annunziata, chiuse le indagini: sedici gli avvisi di garanzia

Chiuse le indagini sul crollo della palazzina di Rampa Nunziante a Torre Annunziata. Stamane la procura plontina, tramite carabinieri e polizia, ha eseguito la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Sedici i soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda che il 7 luglio scorso ha portato alla morte di otto persone.

E’ stato delineato un quadro chiaro circa le responsabilità relative al crollo e agli abusi urbanistici con i connessi falsi in atto pubblico.




Pochi giorni fa è stata depositata la consulenza tecnica dei professori Nicola Augenti e Andrea Prota. La relazione ha consentito di accertare le cause del crollo, dovuto ai lavori di manutenzione straordinaria eseguiti da Gerardo Velotto al secondo piano senza alcun titolo abilitativo. Disvelati anche i ruoli del direttore dei lavori, l’architetto Massimiliano Bonzani e dei colleghi Aniello Manzo e Giacomo Cuccurullo (rimasto vittima del crollo), ritenuti responsabili del crollo. Velotto e Bonzani, avevano demolito, con la collaborazione materiale di dell’operaio Pasquale Cosenza i tramezzi divisori presenti nella zona nord-ovest. Ritenuto responsabile dalla procura anche l’amministrazione Roberto Cuomo, a conoscenza dell’illegittimità di tali lavori di manutenzione straordinaria e della loro esecuzione.

Emerso anche un quadro all’armante riguardo le falsità ideologiche commesse dai proprietari degli appartamenti per attestare la legittimità urbanistica del palazzo e dei lavori da effettuarsi. L’architetto Bonzani ha reiteratamente attestato che il palazzo fosse legittimo dal punto di vista urbanistico; mentre i proprietari Rosanna Vitiello, Ilaria Bonifacio, Aniello Manzo, Emilio Cirillo, Roberto Cuomo e Lanfranco Fortunato Massimiliano avevano attestato che l’intervento riguardava un immobile legittimato con giusta licenza edilizia. Gli stessi, in concorso con Mario Cirillo, quale reale interessato e destinatario dell’appartamento, formalmente promesso ad Emilio Cirillo, e con Bonzani hanno indotto in errore alla corretta rappresentazione dello stato di fatto dell’immobile il funzionario del catasto che effettuava le variazioni catastali sulla base di false attestazioni.




I reati di falso ideologico in atto pubblico sono stati contestati anche a Rita Buongiovanni, Giuseppe Buongiovanni, Donatella Buongiovanni, Roberta Amodio che in qualità di promittenti venditori e, poi, di venditori dell’immobile interessato dal crollo in favore di Rosanna Vitiello, Ilaria Bonifacio, Aniello Manzo, Emilio Cirillo, Marco Cuccurullo, Roberto Cuomo, e Lanfranco Fortunato Massimiliano, avevano attestato falsamente dinanzi al notaio Domenico di Liegro che l’intero fabbricato era stato realizzato in epoca antecedente al 1 settembre 1967 in conformità alla normativa vigente, attestazione non veritiera.



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