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Castellammare, niente clausola sociale nel bando di privatizzazione: i dipendenti si affidano al Tar

termeHanno deciso di presentare un ricorso al Tar dopo la pubblicazione senza clausola sociale del bando di privatizzazione delle Terme di Stabia. Gli ex dipendenti, che avevano chiesto a gran voce l’inserimento di una salvaguardia per i lavoratori, hanno deciso di ricorrere alle vie giudiziarie per vedersi riconoscere un diritto per loro fondamentale. Il Commissario Prefettizio, Gaetano Cupello, e il presidente di Sint, Biagio Vanacore, infatti, hanno deciso di dare via all’iter senza la famosa clausola sociale.




“E’ illegale” avrebbero detto i due ad alcuni termali che chiedevano spiegazioni. Ma non per gli ex dipendenti che hanno deciso così di trascinare nuovamente la Sint davanti al Tar. Se dovesse essere accertato l’errore di Vanacore e Cupello, il bando sarà immediatamente sospeso. Anche se ormai è passato un mese dalla sua pubblicazione. L’apertura delle buste è prevista per il prossimo 15 maggio, in piena campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco di Castellammare.

Cosa prevede il bando

Il bando di privatizzazione prevede l’affidamento ad un privato dei complessi termali e di altri beni collegati ad esso. La Sint, società partecipata del Comune di Castellammare, in compagnia della Riformed, advisor esterno, ha redatto un piano industriale e dato avvio all’iter. Allo stesso tempo, l’Ente stabiese ha affittato i complessi termali proprio alla Sint che così diventa l’unico organo in grado di portare avanti una eventuale privatizzazione.




Le forze politiche, considerata l’assenza di un’amministrazione, avevano chiesto al Commissario Cupello di non pubblicare il bando e attendere la nuova squadra di governo. Così non è stato, anzi. Ormai manca meno di un mese per conoscere gli imprenditori interessati alle Terme di Stabia.



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