Anche quest’anno ritorna l’annuale appuntamento con il Bagnoli Jazz Festival, al Viale Campi Flegrei presso Vineapolis. Tre serate, dal 4 al 6 maggio, in cui musica e cultura si fonderanno in un connubio inscindibile di suoni, parole, pause e silenzi che penetreranno l’animo suscitando autentiche emozioni.

Alla sua quinta edizione sotto la direzione artistica del chitarrista Max Puglia, il programma si arricchisce di una giornata e si aggiorna nei contenuti.

Abbiamo chiesto al musicista napoletano, Sasà Mendoza, da sempre tra i protagonisti di questo festival, di raccontarsi attraverso le atmosfere, gli incontri e le emozioni.

Chi è Sasa Mendoza?

conpiano2Sono musicista partenopeo, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Salerno nel 1990, la mia carriera inizia nel 1995 quando incido il mio primo album: “Alba Mediterranea“, in cui le suggestioni del sound mediterraneo sono ispirate dalle leggende, dalla magia e dai miti classici della grande tradizione partenopea.  Artista poliedrico, come spesso amano definirmi, partecipo, in quegli anni, a vari progetti culturali con “‘O Cuorp ‘e Napule” e “Song ‘e Napoli” finalizzati all’adozione ed al recupero del territorio, affiancandomi ad artisti come: Zurzolo, Onorato, Esposito, Senese, Bennato, Cercola, e Gragnaniello.

Diverse le partecipazioni e molteplici le rassegne che mi hanno visto, da allora, protagonista. Nel ‘96 il Premio Tenco con “Danza Arcana“, nel ‘97 il Festival della musica e cultura Napoletana a Berlino e Parigi nel ‘98, il “Wesak” per la pace e la Difesa dei Diritti Umani dell’ONU; in teatro con lo spettacolo “Storie, preghiere e canti della Napoli  del 1799” per la regia del maestro Roberto De Simone al Teatro San Carlo di Napoli.  Nel 2000 ancora Parigi al “Festival della musica” e l’anno successivo in Portogallo. Nel 2001 partecipo alla rassegna internazionale “Mediterraneo tra Musica e Paesaggio” in una session con Nour-eddine Fatty, musicista di origini berbere, Jamal Ouassini violinista e direttore dell’orchestra arabo andalusa di Tangeri e Marcello Colasurdo coinvolgente voce popolare, in quell’occasione ricevo, dalla rappresentante dell’Unesco, Anna Kiss, un premio speciale per aver creato un ponte di dialogo e di pace attraverso la musica. Nel settembre 2004 “Premio Carosone” con una rivisitazione in chiave Jazz di  “Guaglione”, affiancato da Karine Chenaf,  nel 2005 in uno spettacolo a fianco del Premio Nobel Dario Fo’, al teatro Augusteo di Napoli. Poi, nel 2006 nasce il mio cd “SPONDE“, patrocinato da AMNESTY INTERNATIONAL, il cui ricavato fu devoluto a favore di “Control Arms”, campagna contro l’uso delle armi.
Nel Gennaio 2010, al Teatro Sistina di Roma insieme a numerosi artisti internazionali  tra cui Ennio Morricone, nel Marzo dello stesso anno al Teatro Greco di Roma con Enzo De Caro in uno spettacolo dedicato a Massimo Troisi dal titolo: “Poeta Massimo”. A luglio dello stesso anno, incido il  CD “Guardando il mare“, edito da Blue & Blue musica di Milano da Halidon.

Insomma una vita che trascorre tra musica e melodie.

Come nasce la tua collaborazione al BJF?

La mia collaborazione al Festival nasce innanzitutto dall’amicizia che mi lega a Max Puglia, chitarrista e direttore artistico della kermesse bagnolese, in comune abbiamo la passione per il flamenco, la musica jitana, le atmosfere arabo andaluse ed il jazz mediterraneo.

Io suonavo nei suoi cd e lui nei miei, poi, di tanto in tanto ci incontravamo sui grandi palchi, da qui la nostra amicizia, prima, e la collaborazione, poi,  in un progetto artistico e musicale di nome: “DUOS”, un duo che nasce con lo scopo di riscoprire l’enorme valore, spesso dimenticato della musica. Un’esperienza che ci rispecchia in pieno, una dualità, in cui rappresentiamo  i due aspetti della musica: lui è il ritmo forte, la pulsazione dell’anima, la terra, il fuoco, io il vento ed il mare con la melodia e l’armonia dei suoni.

Oggi Max è anche il mio produttore.

Com’è iniziata la tua passione per la musica?

Avevo circa 7 anni ed in occasione dell’Epifania i miei genitori mi regalarono  una “tasterina Bontempi” dai tasti colorati, fu un disastro. Esistevamo solo io e lei, nulla aveva più senso senza di essa, non giocavo più, non c’ero più, il bambino non c’era più. Con la mano destra mangiavo, con la sinistra mia allenavo.

La musica mi aveva assorbito completamente, LEI mi aveva scelto ed era diventata  la mia dipendenza, la mia “terapia”, lo strumento di conoscenza della mia anima, il mezzo attraverso il quale  connettermi alla mia essenza ed entrare nello spazio infinito e nel mondo invisibile.

Tre aggettivi per descrivere la tua musica

Essenziale, elegante e rassicurante, a detta di chi mi ascolta.

E’, invece, difficile per me definirla con tre aggettivi, soprattutto perché molto dipende dal contesto e se sono al pianoforte o con la fisarmonica. Ho sempre cercato i diversi aspetti della musica, dai “mantra” all’improvvisazione jazzistica, quindi dare una definizione netta mi risulta davvero complicato, diciamo però, che la maggiore espressività la racconto al pianoforte, lì si percepisce la mia anima più profonda.

Se non fossi musicista saresti…

Non esiste “un me” senza musica, non saprei essere altro.

La musica è vita, basta che io le sia a contatto e potrei far tutto, infatti, oltre a suonare, cerco di trasmettere ai giovani la mia passione insegnando loro le note ma soprattutto i concetto di musica come mezzo che unisce senza distinzione di razza, di sesso e di cultura in un momento difficile  di sofferenze e guerre, dove il diverso fa paura.

La musica che avresti voluto scrivere

Nella musica esistono schemi impliciti che permettono di capire qual’é la funzione espressiva di un brano brevissimo o di una canzone mai sentita prima e prodotta da una cultura sconosciuta, ecco perché di sicuro tra tutti: “Una notte sul Monte Calvo” di  M. Musorgskij, ricordo che quando da ragazzo la ascoltavo, sentivo il terreno sotto ai piedi mancarmi, percepivo che dietro quella sinfonia c’era qualcosa di davvero significativo  che avrei dovuto scoprire; il “Parsifal” di Wagner, tutta la leggenda del “Santo Graal” ed “i Cavalieri della tavola rotonda” . C’è, però, un brano che forse più di tutti avrei voluto scrivere ed è ”La cura” di Battiato, quando per la prima volta l’ho ascoltato rimasi pietrificato dall’eleganza, dalla musicalità, un livello di composizione davvero alto.

Di quale film vorresti scrivere o aver scritto la colonna sonora

Senza ombra di dubbio: “C’era una volta in America”, una musica che scioglie l’anima per ricongiungersi all’energia dell’universo, una composizione che mette a proprio agio, alimenta e sfama, un Morricone davvero unico, che ho avuto la fortuna di conoscere al teatro “Sistina” di Roma in occasione di un concerto, lui in prima fila a soli due metri da noi che ascoltava compiaciuto la nostra musica ed al contempo si complimentava.

Il ricordo più bello della tua carriera professionale?

La mia carriera mi ha regalato emozioni forti, sono tanti i ricordi legati al mio essere musicista, l’incontro con Carosone in occasione del “Premio Tenco” a Sanremo, quello a Milano con il “Premio Nobel” Dario Fo’ e Franca Rame, esperienza forte ed indimenticabile.  Io, al suo fianco, con la fisarmonica, lui che improvvisava pezzi con i dialetti più strani ed alla fine di ogni esibizione mi guardava e con l’umiltà che lo ha sempre contraddistinto mi chiedeva:”sono andato bene maestro?””.

Musicisti si nasce o si diventa?

La musica è un dono, se sei nella condizione di riceverlo è tuo.

Quali sono le tappe del tuo percorso di vita, musicale e non solo, che consideri fondamentali ed in cosa ti hanno cambiato e/o fatto vedere il mondo sotto un’altra luce?

La scoperta del Buddismo ha rappresentato per me l’apertura ad una luce nuova. Quando ti svincoli dal senso di colpa e dal peccato, tipico della religione cristiana, che ci inculcano dalla nascita, tutto ti appare sotto una luce diversa. Ognuno di noi ha la responsabilità della propria vita e non c’è nessuno, che dall’alto, ci punisce o ci condanna, siamo noi con le nostre azioni a determinare ogni cosa nella nostra vita

Progetti nel cassetto?

Tanti che a volte mi perdo e non so dove dirigere la mia energia.

A breve ci sarà un cd di piano da solista prodotto da Max Puglia e pubblicato dalla BjF , in contemporanea sto raccogliendo un pò di storie per la realizzazione di un libro cd che racconta in modo molto intenso il vissuto napoletano.

Maddalena Marano

da foodieduepuntozero.com  

“Sasà Mendoza, raccontarsi attraverso la musica”

 

www.bagnolipower.wixsite.com/bagnolijazzfestival

https://www.facebook.com/events/586688751664828/

www.sasamendoza.it

https://www.facebook.com/mendoza.sasa

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