«Ovunque tu sia, vogliamo ricordarti così, felice e sorridente. Buon compleanno Francesca». E’ dedicato a Francesca Guida lo striscione apparso ieri sulla facciata del palazzo crollato a Torre Annunziata. La ragazza, morta il 7 luglio insieme alla sua famiglia e ad altre quattro persone, ieri avrebbe compiuto 15 anni.
Alle 19 di oggi, invece, verrà celebrata, come ogni giorno 7 del mese, la messa in memoria delle otto vittime della tragedia di Rampa Nunziante alla SS. Trinità. Don Ciro Cozzolino, sacerdote della chiesa in via Gino Alfani, accenderà il “cero della giustizia” dinanzi ai resti dell’edificio.
L’inchiesta
Nel frattempo l’inchiesta continua. Chiuse le indagini, si attende il 17 maggio, termine per il deposito delle memorie difensive e un’eventuale richiesta di interrogatorio da parte degli avvocati dei sedici indagati. La procura ha inviato una comunicazione al comune oplontino in cui invita a valutare tutte le ipotesi di messa in sicurezza della palazzina.
L’edificio, o meglio quello che rimane, potrebbe ancora crollare. All’amministrazione spetta dunque la decisione sul da farsi e in tempi brevi. Tra le possibilità anche l’abbattimento. E, in attesa di una decisione, resta nella disponibilità dei pedoni la passerella di Rampa Nunziante. Costruita a pochi giorni della tragedia per permettere il passaggio a piedi, la struttura di carattere momentaneo, non è stata ancora smontata. «Aspettiamo la conclusione della vicenda. – ha spiegato alcuni giorni fa l’assessore ai Lavori Pubblici Luigi Ammendola – Se il fabbricato dovesse essere abbattuto, la strada verrebbe chiusa di nuovo al traffico e la passerella sarebbe necessaria. Smontarla e rimontarla, poi, comporterebbe ulteriori costi, motivo per cui preferiamo attendere. D’altronde, avevamo deciso di comprarla perché il noleggio ci sarebbe costato di più».
Dalla relazione dei tecnici incaricati dalla procura emergerebbe un dato importante: il palazzo avrebbe potuto cedere prima e indipendentemente dai lavori a causa di lesioni preesistenti. Le stesse che potrebbero comportare un ulteriore crollo. E proprio su questo starebbe lavorando la difesa dei sedici nomi finiti sul registro degli indagati.