Sorrento, divieto di unioni civili nel Chiostro di San Francesco: domani flash mob di protesta

Un flash mob a favore delle unioni civili si terrà domani, domenica 13 maggio, nel Chiostro di San Francesco a Sorrento. Organizzato dal Collettivo Studentesco della Penisola Sorrentina, parteciperà anche Arcigay Napoli. Motivo della manifestazione il diniego del sindaco Giuseppe Cuomo di celebrazione di un’unione civile all’interno della struttura trecentesca, nonostante sia di proprietà del comune.

“Nel Chiostro di San Francesco non si svolgono cerimonie riguardanti unioni civili”. E’ quanto ha risposto il Comune di Sorrento a Vincenzo D’Andrea e Heriberto Vasquez Ciro. I due convivono a Roma da sei anni e avevano deciso di sposarsi in uno dei luoghi più suggestivi e visitati della città.

Il primo cittadino non nasconde la propria contrarietà al rito, ma – ha spiegato all’Huffington Post – non può sottrarsi perché le leggi vanno applicate. Nella struttura si sposano in media ogni anno 200 coppie che vengono anche dall’estero. “Su un piano ci sono le celle dei monaci francescani, i quali per accedervi passano dal Chiostro. Sin dall’approvazione della Cirinnà abbiamo stretto con loro un accordo verbale ma chiaro: matrimoni civili sì, unioni civili no”. Cuomo non teme il rischio di sanzioni. “Io non discrimino gli omosessuali, noi non vietiamo le unioni civili. Ci sono tre luoghi nei quali si possono celebrare e sono strutture altrettanto belle. Nel Chiostro di San Francesco non si può fare, punto”.

Non si è fatta attendere la risposta di Arcigay Napoli. “La discriminazione messa in essere dal Sindaco di Sorrento è inaccettabile – ha commentato Antonello Sannino, presidente dell’Arci partenopeo – e diventa ancora più odiosa quando un uomo delle istituzioni dice di non condividere una legge dello Stato, laico, italiano. I diritti non possono essere riconosciuti a metà e non possono valere solo in determinati luoghi e in determinate fasce orarie. Il Chiostro di San Francesco è un bene pubblico che appartiene a tutti e a tutte, eterosessuali, divorziati, omosessuali, lesbiche, transessuali, cattolici e non. Supporteremo Vincenzo e Beto in ogni luogo che la democrazia ci mette a disposizione per vedere effettivamente realizzato il principio di eguaglianza, senza nessuna eccezione, anche se occorre costituirsi come Arcigay Napoli parte civile nelle sedi di un Tribunale per i danni che sta ricevendo la nostra comunità da un’azione discriminatoria. La legge è legge e il Sindaco è il sindaco di tutti e tutte, Sorrento è una delle città più belle e note al mondo e non è nel patrimonio privato del Sindaco, è una città della Repubblica italiana. Di inopportuno in tutta questa storia ci sono solo le parole di un Sindaco che non ha il senso delle istituzioni che rappresenta”.

mielrob

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