Telecamere di videosorveglianza per la sicurezza dei cittadini ercolanesi

Un’area densamente popolata che andrebbe monitorata con più attenzione dal governo locale: la prevenzione deve essere sempre alla base di una classe politica che miri alla tutela della qualità d’esistenza dei cittadini

Telecamere di videosorveglianza per la sicurezza dei cittadini ercolanesi residenti nella parte alta di via Doglie: una rivendicazione che trae origine dalla particolare conformazione dei luoghi che potrebbe favorire, soprattutto all’imbrunire, rapinatori e scippatori. Un’area densamente popolata che andrebbe monitorata con più attenzione dal governo locale: la prevenzione deve essere sempre alla base di una classe politica che miri alla tutela della qualità d’esistenza dei cittadini. Inutile poi a misfatto avvenuto, augurandoci che non si tratti mai di tragedia, correre ai ripari uscendo sui media con frasi retoriche e comizi plateali.




Attenzione a ricordare le parole di Tano Grasso in visita a Ercolano che esortavano a non abbassare mai la guardia nei confronti del crimine organizzato e della malavita cosiddetta “spicciola”. Le vittorie ottenute a Ercolano contro i clan della camorra, frutto di un certosino e professionale impegno delle forze dell’ordine, magistratura e associazioni vanno tutelate con una mirata bonifica di un territorio in cui ci si imbatte ancora in gruppi di giovani teppisti, spesso in moto, pronti alla rissa e quasi sempre “su di giri”. Basta osservare, tanto per fare un esempio, lo scenario di piazza Trieste all’imbrunire o nel weekend per comprendere la caotica condizione che ancora attanaglia la città sotto il profilo della viabilità ( auto parcheggiate anche in terza fila) e della sicurezza, con particolare riferimento alla microcriminalità.




Ecco perché occorrerebbe puntare su articolate campagne di sensibilizzazione da promuovere nelle scuole, nelle parrocchie e nelle associazioni finalizzate all’educazione civica delle nuove leve indigene. Il passo successivo è creare occupazione: senza lavoro , con giovani che passano intere giornate a bighellonare tra bar e centri scommesse sportive , la malavita avrà sempre terreno fertile nel quale piantare le proprie radici. La sub cultura camorristica si combatte con l’adeguata scolarizzazione e con il lavoro: altrimenti i successi del paese e le glorie mediatiche che ne derivano saranno sempre e solo ad appannaggio di pochi eletti.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.