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Intelligenza Artificiale e Stupidità Naturale. Cosa può fare più danni?

“Dobbiamo diventare intelligenti noi prima delle macchine, capire a 360 gradi il nuovo modello con cui abbiamo a che fare” dice Piero Poccianti, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale che promuove con Media Duemila e l’Osservatorio TuttiMedia il terzo appuntamento su “Intelligenza Artificiale e Stupidità Naturale: cosa può fare più danni?”. Le parole chiave per questo appuntamento sono diseguaglianza, Pil, economia, democrazia declinate per il mondo dell’Intelligenza Artificiale.




L’appuntamento è a Firenze il 18 maggio (Auditorium della Banca Monte dei Paschi di Siena – via Panciatichi, 50) gli studenti discutono con Luigia Carlucci Aiello (professore Dipartimento di Ingegneria Informatica automatica e Gestionale Antonio Ruberti); Nicola Costantino (Economista aziendale Politecnico di Bari); Francesco Ulivi (Settore Innovazione MPS membro del Direttivo AI*IA); Piero Poccianti (presidente AI*IA) e Derrick de Kerckhove (OTM/Media Duemila). Gli studenti saranno i veri protagonisti dell’appuntamento 2018 perché a loro verranno rivolte domande per comprendere cosa si aspettano da questa società dove l’uomo sembra dover essere sostituito dalle macchine in tutto e per tutto. Modera l’incontro Maria Pia Rossignaud (OTM/Media Duemila).

Arthur Clarke: “Ogni tecnologia sufficientemente sofisticata è indistinguibile dalla magia”

“Ridurre i costi di produzione – spiega Piero Poccianti – non è sempre la panacea per tutti i mali. Ciò che conta è l’impatto ambientale e le sue ricadute sull’uomo. Ad esempio, ciascuno di noi mangiando pesce ingerisce un kg di plastica all’anno. O ancora:

monitorare territori per prevenire incendi e disastri può portare ad un valore molto superiore al costo di tale attività.

In India e Africa i droni sono usati per monitorare i campi in modo da risparmiare pesticidi, acqua evitando di annaffiare, se non è necessario. – continua il presidente – È interessante sottolineare che Arthur Clarke parla di tecnologia indistinguibile dalla magia, mentre Stephen Hawking, fra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo scomparso lo scorso marzo 2018, aveva lanciato l’allarme: ‘Attenzione, andiamo verso una società in cui gli uomini non saranno più la razza dominante’. Vogliamo davvero essere costretti ad espatriare su Marte? La scienza non è neutra, bensì viene diretta dagli investimenti destinati ad una branca piuttosto che a un’altra. Dobbiamo metterci a lavorare tutti assieme: economisti, sociologi, ingegneri ambientali, ricercatori di AI, e dobbiamo smetterla di ragionare a breve termine.




C’è da ripensare il modello economico e bisogna tenere conto della diseguaglianza, della democrazia dell’impatto ambientale. Le macchine possono essere strumenti eccezionali ma bisogna dare loro un indirizzo specifico. Ci saranno nuovi posti di lavoro, nuovi mestieri ma difficilmente impiegheranno tanta gente, quindi è necessario ridurre l’orario di lavoro. Dobbiamo capire a 360 gradi il nuovo modello con cui abbiamo a che fare. Sulla Terra siamo in tanti ed abbiamo un impatto sul pianeta importantissimo.

“Le fiabe sono piene di oggetti magici capaci di soddisfare i nostri desideri. Ma se esprimiamo desideri sbagliati, di solito, va a finire male – sottolinea Poccianti –. Cosa vogliamo realmente? Capirlo non è un compito semplice. Se cerchiamo di ridurre, ad esempio, il costo del lavoro bisogna stare molto attenti a quello che facciamo perché rischiamo di aumentare a dismisura la diseguaglianza sociale. Se invece intendiamo con costo quello ambientale (che forse è molto più grande del debito pubblico), è certo che quel costo va ridotto. I governi cercano di ridurre i soli costi monetari, ma è facile dedurre che se pensiamo ad una nazione come ad un’azienda allora lo stato dovrebbe licenziare i cittadini per ridurre i costi. Il denaro è uno strumento, non dev’essere l’obiettivo. L’invito è a ragionare non in termini monetari, ma in termini d’impatto sull’ambiente – conclude Poccianti – altrimenti rischiamo di esaudire i desideri distruggendo la nostra casa”.

A Firenze con i liceali proveremo a capire quali sono le loro idee, cercheremo di contestualizzare il periodo storico in cui siamo immersi, le trasformazioni sociali, ambientali ed economiche. L’obiettivo è trovare nuove soluzioni, e per farlo ai partecipanti verrà consegnato un questionario per raccogliere le loro indicazioni, le aspettative, i rischi percepiti nel mondo attuale.
Guiderà la discussione finale e interverrà in sintesi dell’evento Derrick de Kerckhove (OTM/Media Duemila)

L’appuntamento è per venerdì 18 maggio 2018 ore 9 e 30 a Firenze presso l’Auditorium della Banca Monte dei Paschi di Siena – via Panciatichi n. 50.

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