Desertificazione commerciale in molte zone di Ercolano : in crisi negozi e imprese nel paese governato a livello locale dal primo cittadino Ciro Buonajuto. Serrande abbassate, strade vuote e viabilità caotica caratterizzano anche nel fine settimana una comunità che in molte zone si sente abbandonata dal primo cittadino e da buona parte del governo locale. Buonajuto pubblicizza sui social l’alto numero di turisti che quotidianamente visitano il sito archeologico locale evidenziando nel contempo giostrine regalate da potenti associazioni a parchi pubblici e palestre finalmente operative dopo anni.
Tutto giusto: a patto però che ci si confronti poi con l’altra realtà ercolanese fatta di disservizi cronici, commercianti e imprenditori ormai alla frutta e soprattutto mancanza di programmazione per un concreto rilancio dell’economia indigena su tutto il territorio ercolanese. Di fatto si è spaccata Ercolano, come abbiamo più volte ribadito, in zone “in” e “out” penalizzando fortemente chi ha avuto da sempre il coraggio di credere e investire in loco. Su questo dato non c’è attacco strumentale o polemica che tenga: Ercolano continua ad essere snobbata dagli stessi ercolanesi che preferiscono recarsi nella vicina Portici o a Torre del Greco per lo shopping. Per non parlare del risicatissimo numero di vigili urbani per strada e delle difficoltà in cui operano diverse sezioni comunali per questioni di organico. Sarebbe tempo di apportare linfa vitale all’Ente Comune bandendo concorsi per la nomina di nuovi operatori di polizia locale, impiegati e operai.
Altrimenti si andrà verso un’esternalizzazione dei servizi non si comprende con quale vantaggio economico per un Comune in perenne deficit. Il sindaco Ciro Buonajuto è chiamato ad un dialogo diretto con gli ercolanesi magari attraverso pubblici incontri da promuovere nell’auditorium del MAV ( museo archeologico virtuale) che non pubblicizzino solo eventi culturali ad appannaggio di pochi eletti ma consentano ai cittadini , in particolar modo ai commercianti, di confrontarsi senza intermediari con il nocchiero della comunità. Il tutto per trovare insieme una strategia operativa che quanto meno salvi il salvabile.
Alfonso Maria Liguori