“Il commissario è stato disponibile all’ascolto, ma la situazione è grave. Una condizione che si è aggravata ulteriormente con le dimissioni di Biagio Vanacore da presidente di Sint. Un atto irresponsabile che non prende in considerazione altre strade. Chi vuole allora questa liquidazione? E perché?”. Così Gaetano Cimmino, candidato sindaco del centrodestra a Castellammare di Stabia, dopo l’incontro avuto questa mattina con il commissario prefettizio Gaetano Cupello per discutere con lui in merito al destino di Sint. Cimmino ha parlato anche con gli ex lavoratori della municipalizzata Terme di Stabia che hanno effettuato un sit-in di protesta nei pressi di Palazzo Farnese.
“Ringrazio Cupello per la disponibilità all’ascolto e per la sensibilità dimostrata nei confronti del problema. Cupello non può essere considerato il capro espiatorio di un processo cominciato quando Nicola Cuomo nominò Vanacore commissario di Sint. Il commissario ha esposto un quadro grave, quasi drammatico, della situazione. – ha continuato il candidato sindaco del centrodestra – Uno scenario che, tra l’altro, avevamo già prefigurato in consiglio comunale più volte quando abbiamo affrontato la questione Terme e abbiamo deciso di non votare a favore del piano industriale di Sint. I bilanci parlano chiaro e il passivo è notevole. I debiti vanno pagati. Il commissario mi ha garantito che non ci sarà alcuna speculazione sulle Terme di Stabia ma c’è un particolare di tutta questa storia che non torna. Vanacore, dimessosi venerdì scorso da presidente Sint, ha messo in grave difficoltà l’Ente comunale ed il commissario che non può fare a meno di attenersi a quanto previsto dalla normativa. Approfondiremo le cause che hanno generato il passivo che continua a crescere di giorno in giorno.
È ora che tutti si assumano le proprie responsabilità, senza gravare ancora sugli stabiesi e sullo stesso commissario. Presto saremo a Palazzo Farnese e governeremo l’iter nel migliore dei modi possibili, proteggendo i nostri beni strategici dai debiti. Punterò sull’Accordo Istituzionale di Sviluppo per reperire i fondi per il rilancio del termalismo e lasciare poi spazio ai privati per la creazione di un polo riabilitativo e congressuale nelle Terme, coinvolgendo in questo processo anche i lavoratori esclusi da anni dal ciclo produttivo”.