«Farai la fine di Siani». è il macabro messaggio che il giornalista di Torre Annunziata Salvatore Sparavigna ha trovato la sera di venerdì 18 nella cassetta postale. «Negli ultimi cinque anni, da quando cioè sono rientrato a Torre Annunziata e ho cominciato a scrivere in merito alle problematiche della mia città, – spiega il reporter – ho subìto numerose violenze ed aggressioni e con “coincidente” regolarità, anche calunnie, diffamazioni ed insulti di ogni genere, spesso sfociati in danneggiamenti alla mia auto».
Nelle ultime settimane, «alla luce anche di gravi episodi che molto probabilmente metteranno a rischio la salute e l’incolumità dei cittadini oplontini, ho evidenziato – ripetendomi ancora – anomalie ed irregolarità, ed in particolare ho riproposto alcuni miei articoli di qualche anno fa che oggi, alla luce di nuovi sviluppi sono risultati preveggenti».
«Forse il “riproporli oggi” con una diversa lettura dei fatti, avrà spinto qualcuno ad “armare” quella mano – conclude – affinché scrivesse il macabro pizzino da me prontamente consegnato ai carabinieri. Una cosa è certa: hanno vinto loro».
La libera informazione è uno dei pilastri della democrazia e, in quanto tale, dovrebbe essere sempre garantita e tutelata. Purtroppo, la realtà è spesso l’opposto di ciò che dovrebbe essere. Troppo spesso la libertà di stampa è minacciata, troppi sono i giornalisti lasciati soli e in pericolo per aver semplicemente svolto il proprio lavoro. La redazione de il Gazzettino vesuviano esprime massima solidarietà e vicinanza al collega Salvatore Sparavigna e gli augura di tornare presto sul campo.