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Ercolano tra conflitti politici mai superati e divisione della città in zone

ercolano ciro buonajutoErcolano tra conflitti politici mai superati e divisione della città in zone. Tante le questioni da affrontare che sembravano risolte, evidentemente solo sulla carta, e che penalizzano notevolmente il vissuto dei cittadini. Dal mancato rispetto delle più elementari normative del codice stradale alla carenza di personale all’interno dei vari uffici comunali l’ ercolanese si ritrova a vivere una realtà caratterizzata da profonde contraddizioni. Da un lato il sindaco Ciro Buonajuto continuamente pubblicizza il numero di turisti che affluiscono agli scavi inneggiando ad una ripresa economica del territorio dall’altro intere zone della città subiscono una desertificazione produttiva che dura ormai da anni.

Per non parlare poi delle questioni legate alla sede Asl ubicata in un angusto viottolo di via Macello, delle periferie in piena emergenza micro criminalità e del tasso di inoccupazione che ad Ercolano resta altissimo. Anche sul fronte della tutela ambientale sarebbe veramente il momento di fare chiarezza : si tutelino le associazioni del territorio che devono fungere da supporto agli operatori comunali evitando di far naufragare valide iniziative in lunghi processi burocratici, francamente inspiegabili, che fanno mal pensare gli stessi addetti ai lavori. Come sempre di lineare a Ercolano c’è ben poco: finché non si comprenderà che per compiere un iter rinnovativo serio occorre coinvolgere l’intera società civile e lavorare gli uni con gli altri non contro i risultati saranno sempre mediocri.

Ercolano deve crescere nell’unità del paese e non solo in alcune zone e ad appannaggio di pochi eletti: un passaggio questo che ribadiremo sempre con forza. Poi si sa, la politica è fatta più di numeri che di buone intenzioni: ci auguriamo che sia concesso margine d’azione ai politici del “fare” e agli imprenditori impegnati nell’associazionismo. Gli ercolanesi chiedono civiltà, pacatezza nei toni e sana cooperazione tra le forze in campo stanchi di essere loro malgrado coinvolti in scontri personali che nulla hanno a che fare con il benessere comunitario.

Alfonso Maria Liguori

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