Emergenza microcriminalità a Ercolano e caos sul fronte politico: due temi delicati per la comunità degli scavi che si trova a fare i conti con violente baby gang e politiche amministrative locali che sembrano non seguire finalità comuni. Se da un lato si continua a proporre l’immagine di una città in grande ripresa economica soprattutto sul fronte turistico-ricettivo , di contro alla desertificazione commerciale che invece distrugge attività sul territorio, dall’altro si assiste ad una strumentalizzazione di quanto avviene all’interno della macchina comunale trasformando servizi utili per la collettività in occasioni pubblicitarie per esponenti dell’amministrazione.
Su questo punto non ci sarebbe nulla da eccepire a patto però che gli stessi servizi godessero dell’adeguato supporto logistico e del continuo supporto dello stesso sindaco Ciro Buonajuto, cosa che, per chi conosce bene i fatti, non è. Si avvicinano lentamente le amministrative locali e si sa il tempo non è mai troppo per cominciare a recuperare consensi, a confondere le idee all’interno di una città governata a livello locale da una maggioranza profondamente spaccata all’interno. La questione è complessa: l’impressione è che non si voglia per comodità fare i conti con inefficienze endemiche che da sempre penalizzano Ercolano. Lo stridente contrasto che caratterizza il paese da una zona all’altra è sotto gli occhi di tutti: non è possibile ignorare il grido di aiuto di commercianti e imprenditori esasperati dalla mancanza di un piano commerciale che faciliti l’apporto di linfa vitale nel paese.
Encomiabile l’atteggiamento di associazioni che tentano di ravvivare con interessanti manifestazioni una città che dovrebbe essere più unita in certi percorsi e non dividersi inspiegabilmente prestando il fianco alla già spaventosa recessione che da anni penalizza il vesuviano. Chiarezza d’intenti e filo diretto con i cittadini: questo il sindaco Ciro Buonajuto dovrebbe porre in essere per calarsi realmente nelle emergenze quotidiane di un contesto urbano in cui, sotto sotto, si ha sempre l’impressione che tutto si faccia perché nulla muti. Le urne sanciranno poi impietosamente i verdetti: la politica è fatta di numeri e molto meno di buoni propositi. Afferrato questo concetto tutto il resto, come recita un brano del compianto artista Franco Califano “è noia”.
Alfonso Maria Liguori