Il Gazzettino vesuviano | IGV

Ancora carenze logistiche a penalizzare la popolatissima via Doglie ad Ercolano

Ancora carenze logistiche a penalizzare la popolatissima via Doglie ad Ercolano. Dalla stazione della circumvesuviana del Miglio d’Oro allo stato delle arterie che compongono l’area, con l’asfalto rialzato dalle radici degli alberi presenti sui marciapiedi, il sito in questione continua ad essere ignorato da buona parte della politica locale. In tutta onestà lo stesso trattamento è stato riservato a via Doglie dalle precedenti amministrazioni comunali: a testimonianza di tale miserabile dato l’edificio ultimato e sequestrato in tempi record adiacente alla stazione della circumvesuviana del Miglio d’Oro.

La struttura, che doveva fungere da nuova caserma dei carabinieri, è ancora li in pieno stato di abbandono quale testimonianza concreta dell’incapacità di chi ha per decenni governato la città. Per non parlare poi della periferia nord e della zona a sud di Ercolano che ospita l’ASL. Lodevole l’impegno di associazioni impegnate sul territorio per quanto meno arginare palesi disfunzioni e carenze strutturali ma da solo non basta certo a risolvere problematiche ormai endemiche per la comunità degli scavi. Francamente non si comprende la scelta di candidare ripetutamente Ercolano a Capitale Italiana della Cultura : tanto di cappello alla tradizione storico-archeologica del paese rimanendo però con i piedi a terra, facendo i conti con le reali emergenze di una realtà vesuviana oppressa da inoccupazione, inadeguata scolarizzazione e poca sinergia tra le forze politiche in campo. Questo è un fatto sul quale c’è poco da discutere.

Che ormai Ercolano sia divisa in zone “in” e “out”, tra chi “può” e non “può” è ben noto a tutti: altrimenti non si spiegherebbe lo stridente contrasto tra l’entusiasmo manifestato pubblicamente dal sindaco Ciro Buonajuto in merito alla presenza massiccia di turisti in loco e l’esasperazione di imprenditori ed esercenti che continuano a chiudere le attività , soprattutto in alcuni punti del paese, colpiti da una desertificazione commerciale spaventosa. Ercolano deve crescere qualitativamente nell’unità delle zone che la compongono altrimenti assisteremo sempre ad un rinnovamento parziale ad appannaggio di pochi eletti. Un lusso che la città proprio non può permettersi nel rispetto di chi onestamente fatica a mettere insieme, e a Ercolano il fenomeno è purtroppo largamente diffuso, pranzo e cena.

Alfonso Maria Liguori

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