Via Doglie a Ercolano: quell’amara ironia

Lodevole l’interessamento di imprenditori impegnati nel sociale che però, lo ripeteremo sempre con forza, non possono e non devono sostituirsi alle istituzioni competenti

Via Doglie a Ercolano : “ Tutto a posto”. Amara ironia per descrivere lo stato di abbandono in cui da decenni versa il sito : dallo stato di fatiscenza della stazione della circumvesuviana del Miglio d’Oro , senza biglietteria e inaccessibile ai disabili con limitazioni motorie come recita un cartello affisso su una bacheca coperta da murales dall’azienda, alle arterie praticamente invase dalle radici degli alberi che costituiscono un pericolo enorme per automobilisti e motociclisti. Praticamente in alcuni tratti si procede di fatto a una corsia essendo l’asfalto innalzato dalle micidiali sporgenze. Non vorremmo che si stesse aspettando l’ennesima tragedia annunciata per poi correre ai ripari.

Lodevole l’interessamento di imprenditori impegnati nel sociale che però , lo ripeteremo sempre con forza, non possono e non devono sostituirsi alle istituzioni competenti. Se questo per qualche rappresentante del Palazzo di Città vuol dire “fare politica” lo scrivente è fiero di farla a tutela dell’incolumità dei cittadini che popolano via Doglie. Anche sul fronte sicurezza la situazione non è delle migliori : occorrerebbe istallare telecamere di videosorveglianza che fungano anche da deterrente per gli irriducibili incivili del sacchetto selvaggio. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Buonajuto hai il dovere di fare fronte ad emergenze che durano da troppo tempo e che sono di competenza, nel caso specifico dell’impraticabilità delle strade, dell’Ente Comune. La città è ormai di fatto divisa in ricchi e poveri, con una parte della politica sempre pronta a sbandierare i successi del sito archeologico locale e del MAV : museo archeologico virtuale che nei corridoi laterali continua ad essere facile bersaglio per teppisti di ogni risma, dato vergognoso sotto gli occhi di tutti. Una comunità per crescere dovrebbe essere unita e non divisa per obiettivi, livelli sociali e caste.

D’altronde si sa, la storia insegna che dove c’è potere ci sarà inevitabilmente sempre maggiore miseria. Ci auguriamo che finalmente si prendano in considerazione questioni di vitale importanza per la cittadina degli scavi invece di rincorrere sogni di gloria e titoli al momento irraggiungibili come quello di capitale italiana della cultura. Della serie: meno boria, piedi a terra e rispetto assoluto per chi versa in precarie condizioni esistenziali faticando a mettere onestamente insieme pranzo e cena.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.