Problemi di personale per il Comune di Ercolano. E’ ormai ridotto all’osso l’organico dell’Ente che dall’anagrafe, solo per fare un esempio, alla Polizia Locale fatica vistosamente ad offrire un adeguato servizio ai cittadini. Tra pensionamenti, inabilità a svolgere mansioni esterne e quant’altro l’organico comunale è ridotto veramente all’osso: una delicata questione più volte sollevata dalla CGIL nelle sedi opportune, la riprova di come al momento a Ercolano si proceda su strade parallele, una che porta alla pubblicizzazione dell’area archeologica e degli eventi pubblici promossi sul territorio spesso ad appannaggio di pochi eletti e l’altra che lascia intere zone del paese abbandonate a se stesse.
Forse nei progetti dell’attuale governo locale guidato dal sindaco Ciro Buonajuto è prevista un’esternalizzazione dei servizi, francamente non si comprende con quale beneficio economico per le casse comunali, o ad oggi si continua a sottovalutare un’emergenza che rischia di portare l’Ente al collasso operativo in breve tempo. Non è “fare politica” sottolineare certe realtà, lo stato di assoluto degrado in cui versano le principali arterie di via Doglie o i corridoi laterali del mercato che costeggiano il MAV (museo archeologico virtuale) : potremmo citare altre aree cittadine penalizzate da evidenti disfunzioni logistiche o igienico sanitarie, per non parlare della crisi commerciale che attaglia buona parte del territorio, con particolare riferimento a Corso Resina. Ci si chiede allora a chi giovi dividere Ercolano in ricchi e poveri, attaccarsi a dati che lasciano il tempo che trovano abbandonando a se stesse attività commerciali locali che hanno solo il torto di non sorgere nelle immediate vicinanze degli scavi o alle pendici del Vesuvio.
Al contrario occorrerebbe creare condizioni tali da consentire ai turisti di percorrere la città nell’accezione più vasta del termine in modo da apportare “ossigeno” alle imprese e agli esercenti che hanno avuto il coraggio anni addietro, nel periodo di piombo e di paura, di investire negli amati luoghi natii. Sorrisi, selfie e illusorie rincorse di titoli come quello di Capitale Italiana della Cultura ad Ercolano servono ben poco : occupazione, adeguata scolarizzazione, soprattutto nell’età dell’obbligo , trasparenza e lealtà nei rapporti tra politici locali e cittadini , questi i fulcri sui quali far ruotare un rinnovamento comunitario che ad oggi continua a rimanere, per chi fatica onestamente a mettere insieme pranzo a cena, sulla carta. Della serie: concretezza e meno ambizioni personali per il bene di un’Ercolano che non vuole sentirsi divisa in cittadini di serie A e B.
Alfonso Maria Liguori