Il Gazzettino vesuviano | IGV

Fumata nera per le emergenze che penalizzano via Doglie a Ercolano

Fumata nera per la risoluzione delle emergenze logistiche che penalizzano da sempre la popolatissima via Doglie a Ercolano. Un andazzo che dura da anni e che vede in alcuni casi direttamente responsabile l’amministrazione locale. In molti punti del sito il manto stradale è talmente devastato dalle radici degli alberi da costituire una vera e propria trappola mortale soprattutto per i motoveicoli in transito nella zona. I residenti di via Doglie non sono cittadini di serie B: francamente non se ne può più, con una stazione della circumvesuviana interdetta ai disabili con difficoltà motorie, sprovvista di biglietteria e in pietoso stato igienico –sanitario, un manto stradale ormai in troppi punti impraticabile e immondizia depositata selvaggiamente in barba alle più elementari normative vigenti.

All’inciviltà di chi ancora abbandona per strada ogni genere di rifiuti, all’incredibile superficialità dell’azienda che gestisce il trasporto su rotaie responsabile dello stato di abbandono della stazione della circumvesuviana Miglio d’Oro si aggiunge l’atteggiamento superficiale adottato dal governo locale guidato dal sindaco Ciro Buonajuto in merito alla pericolosità di un manto stradale che ad oggi continua ad essere una trappola mortale per chi transita in moto per i luoghi. Questo, lo ribadiremo sempre con energia per dissipare qualsiasi tentativo di strumentalizzazione, non è “fare politica” ma narrare i fatti per quelli che sono senza alterare ad arte la verità. Ben vengano le cerimonie commemorative, gli eventi mondani promossi nelle vicinanze del sito archeologico a patto però che si evidenzino i limiti e le disfunzioni di intere aree del paese che non devono e non possono essere abbandonate a se stesse. Se l’intento era quello di dividere Ercolano in zone “in” e “out”, in “ricchi” e “poveri” la strada intrapresa è quella giusta.

Chi narra non ha interesse a puntare il dito contro alcun amministratore per partito preso o peggio animato da rancori che poco o nulla hanno a che fare con il benessere comunitario. Si tenta solo di non confondere la realtà, di rimanere coni piedi a terra senza rincorrere sogni di gloria come fantomatiche candidature a Capitale Italiana della Cultura con emergenze endemiche da affrontare sul territorio. Della serie: non serve pubblicizzare a go go ogni minimo evento confondendo l’impegno ordinario e il dovere con lo “straordinario” in nome di un’umiltà che non dovrebbe mai abbandonare chi governa una città dai natali celeberrimi ma dalle troppe problematiche irrisolte.

Alfonso Maria Liguori

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