Ma la rassegna sul lungomare di Napoli è anche approfondimento sulla filiera bufalina che rappresenta il 20% del Pil della Campania e coinvolge 20.000 addetti nei settori dell’allevamento, della vendita e della ristorazione. Un settore forte e in una crescita costante (+10% ogni anno), costruita principalmente grazie a forze endogene ma ancora povera di finanziamenti. E’ il quadro che emerge dal workshop “Carne di Bufalo: gusto e benessere”, svolto nell’ambito di Bufala Fest, l’evento in corso fino al 15 luglio sul Lungomare di Napoli. Il business della carne di bufalo cresce nonostante i pregiudizi sull’utilizzo di questo prodotto, ancora troppo sconosciuto in tavola, e vittima di un mercato focalizzato ancora quasi esclusivamente sui prodotti caseari.
Dal Bufala Fest, Raffaele Garofalo, presidente di Fattorie Garofalo, ha lanciato l’idea di istituire una task force di produttori e imprenditori del settore che siano in grado di fare pressioni sulle istituzioni locali affinché “gli enti di sviluppo della Regione Campania sostengano e stanzino risorse per la valorizzazione delle carne di bufalo. E’ necessario – ha sottolineato Garofalo – pensare anche allo sviluppo di un disciplinare di distruzione di allevamento delle carne e introdurre il bufalo nelle mense scolastiche, informando i bambini e i giovani, ma anche le famiglie delle sue proprietà sulla salute umana. Un modo – ha spiegato Garofalo – che non permetterà soltanto di accrescere il business del prodotto in termini economici ma anche di soddisfare l’etica degli imprenditori della filiera bufalina”. Raffaele Garofalo ha ricevuto il premio Bufala Fest a margine del workshop per la sua “case history” di successo: “ da figlio di un allevatore – ha raccontato – vedevo nascere bufali maschi che poi venivano soppressi perché considerati inutili ai fini del business lattiero-caseario. Questo mi ha portato a cambiare rotta, con il desiderio di cambiare il triste destino dei bufali maschi e di puntare sulla qualità e il sapore delle loro carni”.
Il tecnologo alimentare Sergio Bolletti ha evidenziato la necessità di “promuovere la carne bufalina, soprattutto divulgandone le proprietà nutritive. Passaggio fondamentale non solo per estendere la clientela ma anche per superare le resistenze della politica che non sembra avere intereresse a stanziare fondi per la filiera, verso una crescita di un mercato che non è stato affatto esplorato del tutto”. Lo chef Antonio Arfè ha illustrato i segreti per cucinare la carne di bufalo, che “deve subire processi di cottura moderni ma che si rifanno a tecniche antiche: marcare la cottura alla griglia e finire la cottura in forno per un tempo lungo e a fuoco lento oppure utilizzare la cottura sottovuoto a 65°, che lascia intatto profumo e sapidità”. Al termine del workshop è stato conferito un premio al brand “F.lli La Bufala”, realtà leader nel settore della ristorazione, come case history di successo nella promozione e valorizzazione dei prodotti della filiera bufalina. Il premio, ritirato dall’azionista di maggioranza Lelia Castellano, è stato dedicato alla memoria di Geppy Marotta, fondatore del gruppo e precursore indiscusso nell’individuare in due prodotti, la mozzarella di Bufala Campana DOP e la carne di bufalo, quelle potenzialità propedeutiche allo sviluppo commerciale, su larga scala, della filiera bufalina.