Il clan più temuto a Castellammare di Stabia è quello dei D’Alessandro. A dirlo è la seconda relazione semestrale della Dia pubblicata nella giornata di ieri che ha fatto un lavoro di analisi importante su tutto il comprensorio stabiese. La cosca di Scanzano, dedita particolarmente allo spaccio e alle estorsioni, nonostante gli arresti, continua a dettare legge nella città delle acque. Anche se tutti i boss sono attualmente in carcere, a gestire gli affari del gruppo criminale sono le mogli che sono state magistralmente preparate nel corso degli anni.
In loro aiuto ci sono le nuove leve del clan, i figli e ovviamente anche i tanti affiliati fedeli. I D’Alessandro negli ultimi tempi hanno delocalizzato il proprio lavoro estendendosi nell’agro nocerino sarnese. L’arresto da parte dei carabinieri di due ras di Scanzano a Sant’Antonio Abate mentre chiedevano il pizzo ad un’azienda locale conferma questa ipotesi della Dia. Gli scanzanesi riescono a muoversi nel comprensorio stabiese grazie alle alleanze strette nel corso del tempo. Alleanze che garantiscono loro soldi e prestigio.
Nonostante il controllo del territorio, i D’Alessandro devono fare i conti con le nuove leve della camorra che sarebbero pronte ad attaccare la leadership di Scanzano. Lo testimonia la sparatoria al Centro Antico di pochi mesi fa per il controllo delle piazze di spaccio. Ma al momento sono episodi isolati. La cosca fondata da Michele D’Alessandro ha stretto un rapporto di collaborazione con gli Imparato, riuscendo quindi a vendere la droga nel Savorito; e anche con i Di Martino che gli producono la marijuana grazie alle piantagioni presenti sui Lattari. Il potere di Scanzano però potrebbe essere messo in discussione nei prossimi mesi a causa di alcune indagini delle forze di polizia. I tre omicidi, di Ciro Orazzo, Antonio Fontana ‘o Fasano e Filippo Sabatino sembrano condurre tutti ai D’Alessandro.
Gli altri clan
I Cesarano, invece, a causa di alcuni arresti importanti nelle ultime settimane, sono stati ridimensionati. Si dedicano comunque alle estorsioni e in minima parte allo spaccio grazie all’accordo stretto con i Tamarisco di Torre Annunziata. Hanno anche iniziato una collaborazione con i Federico, nuova cosca di Castellammare che si occupa particolarmente delle piazze di spaccio. A differenza di alcuni anni fa, i Cesarano ormai controllano solamente la periferia nord della città delle acque e la città di Pompei. Grazie ad un accordo di non belligeranza con i D’Alessandro, si sono divisi Castellammare e gli affari all’interno.
Sui Lattari regnano invece i Di Martino che ormai sono l’unico vero clan forte e organizzato. Ridimensionati gli Afeltra. Secondo la Dia, però, è nato nell’ultimo periodo un nuovo gruppo criminale che si è formato da alcuni scissionisti della cosca di Leonardo o’ lion e altri degli Afeltra. Gli omicidi precedentemente citati, tutti avvenuti nelle montagne dei Lattari, hanno confermato un dato: gli equilibri nel narcotraffico si sono rotti. I D’Alessandro di Castellammare e i Di Martino di Gragnano/Pimonte non rimarranno a guardare.