Alle 20 e 45, minuto più, minuto meno, Antonio Diplomatico, nuovo sindaco di Boscoreale, ha giurato di rispettare «la Costituzione italiana» davanti al Consiglio comunale al gran completo. Poi, aiutato, ha indossato la fascia tricolore da primo cittadino e dunque si è pienamente insediato al governo del comune vesuviano. Presente anche quattro sesti della Giunta: Gennaro Langella, Caterina Raiola, Francesco D’Aquino e Ida Trito.
La carica di vicesindaco è invece andata a Francesco Faraone. Insomma, tutto come ampiamente anticipato sulla pagine del “Gazzettino” nel corso di queste convulse settimane post elettorali allorché malumori e maldipancia circa “dimenticanze” di accordi e promesse fatte ai grandi elettori che avevano contribuito alla sua vittoria l’avevano un poco fatta da padrone.
Così come la carica di Presidente del Consiglio comunale, anche questa ampiamente annunciata, è toccata a un “imbarazzatissimo” Antonio Di Somma, giovanissimo “consigliere anziano”: è stato il più votato durante le passate consultazioni e dunque è toccato a lui guidare il consiglio per la prima volta. Suo vice è stato eletto Alfonso Langella, uno dei quattro candidati sindaci dell’opposizione.
Gli altri tre sono: Nicola Sergianni, Carmine Sodano e Pasquale Di Lauro. Riconfermata in carica anche l’attuale responsabile della segreteria comunale. Insomma, anche se faticosamente, la macchina del comune vesuviano si sta mettendo in moto. Circa i nomi degli assessori ancora mancanti, se ne dovrebbe sapere di più nel giro di qualche settimana.
Intanto, sono finiti nel cono di luce dei riflettori alcuni i temi che scottano: debito pubblico, Ambiente reale, la manutenzione delle strade cittadine e l’ipotesi di fronteggiare la carenza degli organici tra le fila della polizia municipale formando “corpo” con i comuni di Boscotrecase e Terzigno. Un progetto che è ancora di la da venire ma che potrebbe davvero, se messo in atto, diventare uno tra i “colpi” politici più importanti messi a segno da Diplomatico.
Ma si parla anche di turn over per chi è rimasto fuori dalle cariche che contano. Insomma, c’è “carne al fuoco”. Bisognerà vedere se si brucia o si cuocerà a puntino. E anche chi questa “carne” la “mangerà”.
Michelina Dolce