Non ci sono se o ma: l’Ente Comune pur essendo da anni a conoscenza di un’emergenza che mette seriamente a rischio l’incolumità dei veicoli in transito nella zona, con particolare riferimento ai mezzi a due ruote, ad oggi continua inspiegabilmente a non intervenire. Così in merito l’avvocato Bice Salvatore: “Un manto stradale dissestato per qualunque causa (buche determinate dall’erosione del materiale o radici sporgenti da alberi di alto fusto) rappresenta sempre un insidia tanto per l’automobilista quanto per il pedone. Purtroppo l’assenza di manutenzione delle strade da parte delle amministrazioni locali, negli ultimi anni ha fatto proliferare un contenzioso importante a tutto danno delle casse pubbliche (soprattutto degli enti locali ed in particolar modo dei comuni che detengono la maglia nera nella cura del patrimonio e della viabilità); da quando l’orientamento dei giudici si è assestato sul concetto di “responsabilità oggettiva del custode” gravante sull’Ente proprietario della strada, la possibilità che quest’ultimo la spunti in giudizio è piuttosto residua.
Il Comune (o altro Ente pubblico) che omette di ripristinare una buca o non elimina l’insidia rappresentata dalle radici di un albero di alto fusto è oggettivamente responsabile, cioè risponde di un eventuale evento dannoso per il sol fatto di non aver avuto la giusta cura del bene affidatogli e ciò perché il Comune (o altro ente locale) è custode di tutti i beni di sua pertinenza incluse strade ed alberi”.
La nota toga dell’alto casertano spiega poi come regolarsi in caso di sinistri causati dal cattivo stato di conservazione del manto stradale: “Il malcapitato automobilista, motociclista, ciclista o pedone che dovesse incorrere in un infortunio del genere non deve provare la mala fede dell’amministrazione ma dare semplicemente prova che la stessa non sia stata un buon custode, che vi sia un nesso di causalità tra il danno riportato e la circostanza che lo ha determinato, provare sostanzialmente che, se l’amministrazione prontamente e diligentemente avesse rimosso l’insidia, il danno non sarebbe stato riportato. In caso di sinistro dunque occorre provare a mezzo foto, verbali della polizia municipale o stradale, testimoni, consulenze tecniche, verbali ed accertamenti sanitari (in caso di lesioni personali) tanto la causa quanto il danno; predisporre lettera racc. a.r. o a mezzo pec di richiesta di liquidazione dei danni all’Ente proprietario della strada al fine di avviare l’iter di riconoscimento del proprio diritto di danneggiato”.
Della serie: ci si augura che il sindaco Ciro Buonajuto si attivi al più presto per bonificare un sito animato da cittadini che non vogliono sentirsi figli di un dio minore.
Alfonso Maria Liguori