Precariato , governo e aziende : necessità di sforzo comune per regolarizzare la posizione lavorativa di cittadini italiani anche ultra cinquantenni e ancora alle prese con contratti a tempo determinato. Incalcolabile il danno fatto ad intere generazioni che, conti alla mano, non riusciranno mai a maturare i contributi sufficienti all’erogazione di una pensione con la quale quanto meno vivere dignitosamente. Un dato allarmante che in molti, forse troppi, fingono di ignorare in un’Italia sempre più divisa in ricchi e poveri, in chi “può” e chi deve passivamente accettare le decisioni dei potenti. In questo marasma il clientelismo cementifica le proprie radici spesso mimetizzandosi o camaleonticamente mutando i colori del proprio “santo protettore”.
Napoli e l’hinterland si trovano a vivere sul fronte occupazione un momento particolarmente difficile: una parentesi storica, che dura francamente da troppo tempo, destinata a favorire tristemente il crimine organizzato pronto ad arruolare disperati abbandonati dalle istituzioni a se stessi. Non è possibile credere che si possa trascorrere l’intera esistenza, nel migliore dei casi, con contratti a termine che ogni volta appaiono per il lavoratore come elemosine elargite dalla magnanimità di chi nonostante tutto è pronto ad offrire lavoro ai bisognosi cittadini. Di chi la colpa? Di un sistema articolato e complesso che dal dopoguerra in poi a inebriato gli italiani con un boom economico fittizio che progressivamente ha svelato limiti e inconsistenze strutturali riducendo il Paese nello stato in cui attualmente si trova.
Ci chiediamo cosa accadrà quando le generazioni di pensionati che ancora sostengono economicamente i propri congiunti saranno estinte. Occorre agire e in fretta per quanto meno salvare il salvabile. Ci si augura che questo governo possa concretizzare in tempi utili quanto di buono paventato sul fronte occupazionale. Della serie: basta con comizi, retoriche sterili e promesse da marinaio. L’Italia è alle corde : il grido disperato di migliaia di disoccupati e inoccupati echeggia forte dal sud al nord di una penisola che rischia veramente la più miserabile della implosioni.
Alfonso Maria Liguori