Il thriller è servito sotto un rutilante cielo stellato: nel salotto letterario organizzato dalla libreria Ubik di Vico Equense presso il sontuoso complesso “Le Axidie”, in località Seiano alle porte della costiera sorrentina, lo scrittore napoletano Angelo Petrella ha presentato il suo ultimo cimento letterario.
“Fragile è la notte” è un giallo con forti venature noir che vede come protagonista l’ispettore Denis Carbone, un poliziotto sui generis, partorito dalla fervida fantasia di Petrella, che sembra essere uscito da uno dei “peggiori bar di Caracas”, per parafrasare un noto spot di un whisky targato fine anni Novanta. Difatti il personaggio principe Denis Carbone è un detective che ci dà dentro di stravizi all’insegna di cognac, sigarette e scommesse (svariati i brand reali citati nel libro), uno che ha fatto a pugni e non solo con la vita, ma che ora può redimersi buttandosi a capofitto nella risoluzione di un caso oltremodo enigmatico come la morte di una ricca, piacente e viziosa donna dell’alta borghesia, Ester Laudario, trovata morta in una calda giornata d’agosto.
L’ambientazione scenica è quella della della Napoli odierna con il suo hinterland nord metropolitano che fa da contraltare a Posillipo dove agisce e lavora il detective “over the limit” Carbone, che combatte lancia in resta, a costo di rimetterci la vita, alla ricerca della verità e della giustizia. Tra mille peripezie e colpi di scena che ci riserva il libro con svariati personaggi “on the stage” funzionali alla trama, l’eclettico Petrella trova il modo di magnetizzarci al ben architettato plot con un linguaggio diretto e a farci fare un “tifo da stadio” ( guarda caso, Angelo e’ tifosissimo del Napoli) per sostenere Denis Carbone.
Nell’incontro di giovedì sera con il pubblico, che è stato parte attivo nell’evento che ha avuto come preciso moderatore Corrado De Rosa, psichiatra e scrittore (“L’uomo che dorme” suo ultimo romanzo pubblicato con editore Rizzoli),
Petrella ha sintetizzato la trama del romanzo, dicendo inoltre che “è anche un libro incentrato sulla nostalgia e sul senso di colpa delle occasioni mancate, anche visto come un viaggio nel passato del suo protagonista”. Il quarantenne scrittore ci illustra la genesi di questo libro:”Era un periodo piuttosto brutto della mia vita, in crisi per vari motivi personali, ed inoltre ero costretto a letto reduce da un’operazione di ernia del disco e l’unica cosa che potevo fare in quei mesi rimanendo disteso e bloccato, era scrivere in un quadernone grazie alla Fisher Space Pen donatami dal mio amico Guido. Questa è una penna speciale che usano anche gli astronauti e permette di scrivere stando anche in posizione orizzontale”.
Possiamo dire che si tratta “di un noir mediterraneo con una Napoli e dintorni come background”, come riferisce Petrella che etichetta il suo Denis Carbone alla stregua di “un eroe “tragico”, nell’accezione greca del termine, al centro di una storia “sporca” “. Il genere noir ha una peculiare funzione nel panorama letterario, secondo l’autore napoletano: “Può essere considerato come l’ultimo avamposto che ci consente di parlare di cose scomode e al contempo profonde, un genere che ha in Chandler ed Ellroy modelli stilistici apprezzati”.
Petrella ha illustrato poi l’analogia fra il mestiere dello scrittore e quello del poliziotto (“Entrambi svolgono un lavoro solitario, guadagnano poco e sono alla ricerca costante della verità) regalando anche qualche sua nota intima (“ho sempre nutrito una innata simpatia per i poliziotti, tanto che da piccolo cullavo il sogno di fare il commissario”).
Questo è il primo libro di una quadrilogia, con Petrella che già sta lavorando al secondo, senza sbilanciarsi troppo sulle anticipazioni sulle prossime avventure del detective che opera nella zona di Posillipo (dove lo stesso Petrella è nato e ora risiede), anche se rivela che nel seguito “Carbone avrà a che fare con episodi del suo passato che ora si riverberano sulla sua condizione presente”.
“Rispetto ai miei lavori precedenti, come “La città perfetta” o “Le api randage” , incentrati su temi prettamente sociali , ora sono interessato e prediligo tematiche esistenziali come narrate appunto in questo mio ultimo lavoro” , analizza Petrella che preannuncia anche una serie TV basata sulle storie di Denis Carbone, dove lui sarà il produttore esecutivo. Ma chi sarà l’attore protagonista da impersonare Denis Carbone ? “Da pensarci…”, con il vostro cronista che la butta lì per gioco con il nome di Luca Marinelli, magistrale “cattivo” nel film “Lo chiamavano jeeg robot”.
“Devo dire che prima odiavo le serie tv, ma ora le apprezzo”, scherza Petrella che ci rivela che il produttore Macchitella ha subito creduto nelle potenzialità della storia sul piccolo schermo, acquistandone subito i diritti e proponendo allo scrittore napoletano di scrivere altre storie in sequenza (“Ma continua, vero? Mica finisce qui…”, le parole del produttore, nell’ aneddoto raccontato da Petrella).
Sul finale divertente il botta e risposta fra Angelo ed il pubblico sulla “contaminazione” letteratura e fiction tv (“Se oggi Tolstoj fosse vivo, avrebbe potuto scrivere E.R.-Medici in prima linea!”) e sul nome del protagonista del libro (“All’inizio lo volevo chiamare Montella, ma poi l’editore ha detto di no e ho pensato subito a Carbone, in una sorta di “nomen omen”, vista la dissolutezza della sua vita”). Ora resta ai lettori gustarsi questa “new entry” nel thriller made in Naples per conoscere il finale di Fragile è la notte”: Denis Carbone risolverà il caso e ritroverà alla fine se stesso?
Domenico Ferraro