Ho incontrato qualche domenica fa il presidente della sezione Coldiretti dell’area vesuviana. Un incontro particolare e intenso per parlare dello sviluppo del nostro territorio.
Ferdinando Ambrosio ha saputo lanciare un monito ai giovani affinché riscoprano il valore dei territori e la loro vocazione agricola.
Lei è un imprenditore agricolo. Quali successi ha raggiunto nel settore enologico?
Ho dimostrato che con un piccolo pezzo di terra è possibile fare cose di altissimo livello. Ho avuto l’onore di fornire il vino al Santo Padre, mi sono aggiudicato la fornitura del vino alla Real Casa di Borbone e griffo le mie bottiglie così. Ho vinto uno dei più prestigiosi premi di degustazione enologica a Parigi superando cantine blasonate. Non arrivava un premio enologico nelle nostre zone da circa 100 anni. Il vino vesuviano in passato, come attestano documenti in mio possesso risalenti all’Ottocento, era il più quotato, più ricercato e più pregiato sul mercato. Ben il 75% della superficie agricola dell’intera provincia di Napoli era un territorio vitato. Avevamo una produzione di vino consistente e competitiva.
Con questa nuova nomina a presidente della sezione Coldiretti vesuviana cosa intendi portare sui nostri territori?
Voglio riportare le coltivazioni di una volta: l’uva, i pomodori del piennolo, le albicocche, le olive. L’olio di oliva vesuviano non ha grado di acidità, l’unico olio al mondo. Una agricoltore a Terzigno produce olio di oliva confezionato in piccolissime bottiglie che vende ai più prestigiosi ristoranti al mondo. Ogni litro di olio vesuviano viene venduto a circa 50 euro al litro. Con tutti i terreni abbandonati e con questi numeri prova ad immaginare la realtà che potremmo creare. Il mio amico Scala di Portici ha riportato il pomodorino del piennolo al successo. Riesce ad esportare un chilo di piennolo all’estero a 50 euro, riuscendo a generare un grosso fatturato e generando lavoro per 70-80 ragazzi che ha tolto dalla strada, recuperando centinaia di ettari di terra abbandonati.
La popolazione capirà un giorno di poter sfruttare il proprio territorio?
Penso proprio di sì. Un risveglio delle coscienze si sta già avendo. Grazie all’altra faccia della globalizzazione, quella positiva, i giovani che viaggiano e che si confrontano con il mondo attraverso la tecnologia, stanno riscoprendo il proprio territorio e il suo potenziale di ricchezza. Tuttavia c’è ancora chi non comprende le potenzialità questo settore. Questa è un economia reale, non è una economia fittizia perché è strettamente legata al territorio. La definisco una ricchezza identitaria.
Cosa intendi per ricchezza identitaria?
I prodotti tipici del territorio non possono essere copiati. Un pomodoro San Marzano non può essere coltivato in Cina, in Africa o in America. Non sarà più un San Marzano. Questa unicità dei nostri prodotti può dare lavoro a tutto il territorio. Noi abbiamo piccoli appezzamenti di terra. Non possiamo puntare sulla quantità della produzione, ma sulla qualità. I nostri prodotti devono essere valorizzati e promossi in tutto il mondo. Dobbiamo puntare su questo.
Quali sono gli strumenti finanziari a disposizione dei giovani?
Per i giovani ci sono numerosi finanziamenti per intraprendere l’attività agricola. Ci sono i bandi del PSR 2014/2020, ma occorre spingere sulle agevolazioni per coloro che vogliono recuperare la vocazione agricola della nostra terra. Abbiamo poi la fortuna di avere il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, presidente del Gal Vesuvio Verde, uno strumento previsto dal PSR che serve per calare sul territorio più velocemente e direttamente progetti specifici di valorizzazione.
Cosa consiglieresti ad un giovane oggi? Chi trova al suo fianco un ragazzo o una ragazza che vuole intraprendere in agricoltura?
La Coldiretti. Noi ci occupiamo proprio di agricoltura. La Coldiretti si è affacciata di nuovo sul nostro territorio perché molti giovani si stanno dedicando all’agricoltura di eccellenza. La Coldiretti è soprattutto al fianco dei giovani, perché sono loro che stanno cambiando il volto dell’agricoltura in tutta Italia. La capacità di innovazione e le crescenti competenze dei ragazzi sono il volano di un settore che torna protagonista ed è in grado di contaminare positivamente anche turismo e cultura
La situazione ambientale critica, le vasche vesuviane, il fiume Sarno e l’abusivismo edilizio quanto influenzano lo sviluppo dell’agricoltura del nostro territorio?
La maggior parte dei terreni è abbandonato. Qualcosa ultimamente si sta muovendo da questo punto di vista. Da oggi si ha l’esigenza perché si stanno valorizzando alcuni ettari di terra. Sono stati sbloccati i fondi regionali per la situazione fognaria. Avremo risposte concrete e da qui rivitalizzeremo l’attività agricola. La cattiva gestione del ciclo delle acque può essere un freno per l’imprenditoria agricola. Bisogna fare presto perché un giovane che intende coltivare e produrre eccellenze non può aspettare.
Chi intendi ringraziare per la fiducia posta in te con questo nuovo incarico?
Devo precisare che la nostra organizzazione non ragiona a pezzi ma come un’unica grande famiglia. Ringrazio il direttore Salvatore Loffreda per aver voluto fortemente la rinascita di una sezione Coldiretti nell’area vesuviana di Terzigno. Oltre al mio contributo di passione e di impegno, adesso potremo contare sul nuovo presidente di Coldiretti Napoli, Andrea D’Ambra, simbolo dell’agricoltura eroica dell’isola d’Ischia.
Agricoltura eroica?
Sì, un modello da seguire quello di Ischia. L’agricoltura sull’isola, come in costiera, è definita eroica per le condizioni orografiche difficilissime e per la grande fatica umana che c’è dietro. Oggi Andrea D’Ambra, con la sua cantina e una cooperativa di viticoltori, sta riportando i giovani alla viticoltura, dopo anni di abbandono a favore del turismo. L’agricoltura eroica è un presidio idrogeologico, grazie ai terrazzamenti che arginano gli smottamenti, ed è parte integrante della bellezza paesaggistica. La rinascita dell’agricoltura su Ischia rappresenta una grande occasione di sviluppo, in grado di influenzare positivamente il turismo, in una simbiosi che abbia al centro la qualità. Questi vale anche per l’area vesuviana.
Concludiamo l’intervista con un appello!
Mi rivolgo ai giovani, riscoprite il vostro territorio, la bellezza e il potenziale di una terra unica al mondo che può offrire reddito e progetto di futuro. Coldiretti è con voi. Siate artefici del vostro e del nostro destino. La nostra terra profuma di rinascita, la rinascita che solo voi potete realizzare.
Raffaele Massa