Ercolano: la Cgil in prima linea contro l’esternalizzazione dei servizi comunali

Non è più tempo di indugiare da parte di chi amministra la città ma di fornire chiare risposte in merito a questioni delicatissime che rischiano di gettare ombre sul governo locale guidato dal primo cittadino Ciro Buonajuto

comune ercolanoCgil sempre in prima linea all’interno dell’amministrazione comunale ercolanese contro l’esternalizzazione dei servizi.

Una sentenza emessa contro l’Ente Comune per atteggiamento antisindacale con conseguente annullamento degli atti relativi all’esternalizzazione dei servizi, tra cui quello della riscossione tributi attualmente gestita dalla società Andreani, resta ad oggi inapplicata.

Un fatto grave a cui la Cgil sta già dando seguito nelle sedi istituzionali competenti. Dalla parte dei lavoratori e dei cittadini ercolanesi la linea operativa assunta dal  coordinatore Rsu Giuseppe Coppola, dal Segretario Struttura Aziendale Vincenzo Marinò e dal territoriale Davide Coppola, figure significative per spessore professionale e senso di responsabilità nei confronti dei dipendenti comunali.

Una cosa è certa: la Cgil resta in prima linea contro l’esternalizzazione dei servizi come quello dell’area parking di via Alveo, processo che costituirebbe solo un danno per le casse comunali non apportando alcun beneficio ai cittadini o ai dipendenti. Lodevole l’atteggiamento assunto dalla forza sociale che denota sicurezza nel ruolo e determinazione a monitorare passaggi fondamentali tra Ente, forza lavoro e contribuenti. Non è più tempo di indugiare da parte di chi amministra la città ma di fornire chiare risposte in merito a questioni delicatissime che rischiano di gettare ombre sul governo locale guidato dal primo cittadino Ciro Buonajuto.

Ci si augura che le altre sigle sindacali sposino il modus operandi adottato dalla Cgil basato su dati e non aleatorie supposizioni. Della serie: la Cgil a questo appunto assume un ruolo fondamentale nel processo rinnovativo di un’Ercolano che non può permettersi il lusso di lasciare dubbi sull’operato della propria amministrazione comunale. Qualsiasi processo rinnovativo degno di tale appellativo deve ruotare su questo sano principio se non si vogliono vendere “chiacchiere” ad una comunità che si trova quotidianamente a fare i conti con una realtà locale ben diversa da quella spesso sbandierata da una parte dei media.

Alfonso Maria Liguori

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