Area di guerra tra clan della camorra nella periferia orientale di Napoli

L’inoccupazione, la scarsa scolarizzazione e l’alienazione sociale hanno ad oggi favorito enormemente i potenti sodalizi criminali della camorra

Area di guerra tra clan della camorra nella periferia orientale di Napoli. All’imbrunire la zona è perennemente blindata dalle forze dell’ordine con posti di blocco sparsi ovunque sul territorio. Il timore è che i Mazzarella, gruppo malavitoso originario di San Giovanni a Teduccio e ben ramificato nel centro storico partenopeo, possano reagire alle continue provocazioni poste in essere da nuovi gruppi emergenti attivi nel cuore di Napoli scatenando un conflitto oltremodo cruento per il controllo degli affari illeciti. Racket, spaccio di stupefacenti, contrabbando, gioco d’azzardo, usura : queste le principali attività di un sistema sempre più spaccato all’interno e retto da giovani poco più che adolescenti. Sono lontani i tempi in cui a comandare erano i padrini di camorra, figure apicali del calibro dei Giuliano di Forcella o dei Misso alla Sanità.




La stessa decisione di collaborare con lo Stato da parte di queste carismatiche figure del crimine partenopeo sarebbe maturata dalla consapevolezza di non poter contare su un adeguato riciclo generazionale, ovvero su parenti prossimi in grado di governare criminalmente parlando la città. L’inoccupazione, la scarsa scolarizzazione e l’alienazione sociale hanno ad oggi favorito enormemente i potenti sodalizi criminali della camorra, fornendo continua manovalanza a buon mercato pronta a dare la vita pur di sentirsi parte di qualcosa e mantenere un tenore di vita agiato. Tra i colpi di scena più eclatanti nell’universo camorristico il pentimento dei fratelli Lo Russo, ovvero i “capitoni di Miano”. Numerosi e forti di alleanze eccellenti con clan della provincia i Lo Russo sono stati per anni temuti a causa dell’efferata violenza del modus operandi.




Oggi personaggi una volta legati ai “capitoni” , orfani di leader malavitosi si sarebbero dati a furti in appartamento e rapine. Un dato allarmante su fronte della pubblica sicurezza non sfuggito alle forze di polizia che pattugliano minuziosamente quella che una volta era la roccaforte degli spietati Lo Russo. Della serie : Napoli continua a subire l’onda inarrestabile del crimine organizzato che, nonostante gli arresti eccellenti, i pentimenti e le confische di beni mobili e immobili, sembra rigenerarsi con incredibile facilità.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.