Il lavoro che manca a Napoli e provincia: le responsabilità della politica

Inutile e qualunquista sparare a zero sulle singole sigle sindacali che per molti sarebbero da anni asservite ai potenti e pronte al compromesso utilitaristico con le aziende

Responsabilità politica nella creazione di opportunità lavorative a Napoli e nell’hinterland : chi governa a livello sia locale che centrale deve fare pressioni sulle società in attivo perché si crei occupazione, stabilizzando nel contempo i precari. Un passaggio determinante per il rinnovamento di questa perla della Campania Felix che non può prescindere da un’azione energica e congiunta delle forze sociali. I sindacati sono oggi chiamati a fare da tramite tra le aziende e il governo perché si dia la possibilità ad intere generazioni di vivere con dignità senza dover rincorrere a vita un posto di lavoro, un contratto a tempo indeterminato che sembra non arrivare mai.




Inutile e qualunquista sparare a zero sulle singole sigle sindacali che per molti sarebbero da anni asservite ai potenti e pronte al compromesso utilitaristico con le aziende. Occorre rammentare che l’unico vero referente per ogni onesto lavoratore resta il sindacato inteso nell’accezione più alta della funzione istituzionale: una conquista sociale che non deve e non può essere annullata dalla disonestà o dalla mala fede di alcuni. Al contrario sarebbe opportuno compiere un’attenta scerbatura perché tra le forze sociali militino individui realmente determinati a sostenere le sacro sante rivendicazioni di migliaia di cittadini italiani, uomini e donne di qualsiasi età. Basti pensare che sono sotto contratto a tempo determinato da anni ultra cinquantenni per comprendere la drammatica condizione che investe sul fronte occupazionale gran parte del Paese, con particolare riferimento al meridione. Non è più tempo di speculare da parte delle società, di dare libero sfogo all’avidità in nome di un surplus che deve di volta in volta soddisfare le aspettative degli azionisti di maggioranza.




L’Italia necessita di ossigeno sul fronte lavoro e subito. La politica in tal senso può molto, soprattutto nei confronti delle poche aziende nettamente in attivo. Della serie: politica, aziende e sindacati per ridare dignità e speranza a migliaia di italiani in nome del diritto al lavoro che non deve rimanere solo teorico principio contenuto nelle pagine della Costituzione.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.