Inutile e qualunquista sparare a zero sulle singole sigle sindacali che per molti sarebbero da anni asservite ai potenti e pronte al compromesso utilitaristico con le aziende. Occorre rammentare che l’unico vero referente per ogni onesto lavoratore resta il sindacato inteso nell’accezione più alta della funzione istituzionale: una conquista sociale che non deve e non può essere annullata dalla disonestà o dalla mala fede di alcuni. Al contrario sarebbe opportuno compiere un’attenta scerbatura perché tra le forze sociali militino individui realmente determinati a sostenere le sacro sante rivendicazioni di migliaia di cittadini italiani, uomini e donne di qualsiasi età. Basti pensare che sono sotto contratto a tempo determinato da anni ultra cinquantenni per comprendere la drammatica condizione che investe sul fronte occupazionale gran parte del Paese, con particolare riferimento al meridione. Non è più tempo di speculare da parte delle società, di dare libero sfogo all’avidità in nome di un surplus che deve di volta in volta soddisfare le aspettative degli azionisti di maggioranza.
L’Italia necessita di ossigeno sul fronte lavoro e subito. La politica in tal senso può molto, soprattutto nei confronti delle poche aziende nettamente in attivo. Della serie: politica, aziende e sindacati per ridare dignità e speranza a migliaia di italiani in nome del diritto al lavoro che non deve rimanere solo teorico principio contenuto nelle pagine della Costituzione.
Alfonso Maria Liguori