Degrado e rifiuti in riva al mare. Il WWF riaccende i riflettori sulla Solara – FOTO –

Rimossi numerosi rifiuti dopo la denuncia

Il WWF Terre del Tirreno, su segnalazione di numerosi cittadini, ha riacceso i riflettori su quello che è uno dei posti paesaggisticamente più interessanti della costiera sorrentina.




Siamo nell’Area Marina Protetta Punta Campanella, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, archeologico ed idrogeologico, dove da tempo è in esercizio un’attività di balneazione-ristorazione denominataLido la Solara”, già oggetto di interessamento da parte del WWF negli anni passati, quando se ne denunciava le presunte irregolarità urbanistiche (per la realizzazione di opere edili fisse (623 mq) in calcestruzzo armato sorrette da travi in leghe ferrose fissate sugli scogli con plinti di cemento, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, su demanio marittimo per 521 mq e in zona sottoposta a notevole moto ondoso e all’azione disgregante degli agenti atmosferici) e la non compatibilità degli scarichi nelle acque marine ai sensi delle leggi vigenti.

Dopo le note del WWF, ed a seguito di accertamenti, il Sindaco di Sorrento emanava apposita Ordinanza che ne interrompeva l’esercizio, ma solo sul finire dell’estate! Per la precisione in data 11 settembre nell’anno 2012 emanava ordinanza n° 215 in relazione “all’immediata interruzione degli scarichi fognari dello stabilimento la Solara”, e in data 4 ottobre nell’anno 2013 emanava ordinanza n° 231 chiedendo “l’immediata cessazione dell’attività dello stabilimento balneare con somministrazione di alimenti e bevande in locali privi dei requisiti igienico sanitari e della conseguente produzione e scarico dei reflui.”

Il WWF denunciò come i liquami e le sostanze rilasciate negli anni dalla struttura dello stabilimento, avessero determinato un inevitabile inquinamento e danneggiamento delle acque marine oltre ad alterare visivamente, deturpandolo, l’aspetto paesaggistico dei luoghi.




Attualmente lo stabilimento è in funzione e le acque reflue prodotte dall’attività vengono scaricate a mare attraverso una tubatura di colore giallo proveniente dal depuratore. Le analisi prodotte dai privati attesterebbero la regolarità degli scarichi a mare.

“L’impianto di depurazione, come appare dalla descrizione desunta da documenti in nostro possesso – dichiarano gli attivisti del WWF –  risulterebbe tarato per un carico di circa 70 persone al giorno e produce, al termine del processo, fanghi da smaltire secondo le normative vigenti. Ma è facile documentare come l’utenza reale sia superiore, soprattutto duranti gli eventi serali quando tantissime persone affollano lo stabilimento. Proprio sugli scogli alle spalle dello stabilimento, nei pressi dell’impianto di depurazione, turisti e cittadini lamentano miasmi e cattivi odori che sono indicatori di un cattivo funzionamento dell’impianto. Nelle immediate adiacenze dello sbocco della tubatura all’atto del sopralluogo dei nostri volontari l’acqua del mare appariva di un colore biancastro, con sostanze in galleggiamento che parrebbero identificate per comune esperienza come di provenienza fognaria. Tra gli scogli giacciono resti di travi in ferro e rifiuti vari di lavorazioni edili.”

Ma c’è dell’altro.

“Al di sotto del solarium gli scogli sono divenuti di un colore arancione per la continua ossidazione delle strutture in ferro che macchiano e deturpano il naturale colore della falesia, il colore ferroso delle rocce non è conforme alla natura tipica del sito in calcare bianco/grigio non certo “arancione” e sottolinea, di fatto, l’innaturalità del locus palesando una grave alterazione paesaggistica e un danno all’ambiente. I volontari del WWF hanno inoltre documentato pozze dove l’acqua ristagna che denotano un aspetto putrido e presenza di larve di zanzare, con fenomeni di eutrofizzazione e alghe verdi in eccesso.

Sul retro dello stabilimento poi, alle spalle delle cabine, l’area è utilizzata come deposito di materiali vari (rifiuti, cartoni, lamiere, assi in legno, tubolari e ferri arrugginiti, ingombranti, taniche di olio, serbatoi, ecc.), nel tratto dove i turisti transitano per recarsi sugli scogli posti più avanti della Solara, danneggiando il decoro dell’area naturale. Tra i materiali è presente anche una bombola di gas ed un gruppo elettrogeno che rischia di costituire un pericolo per turisti e bagnanti.

Alcuni di questi materiali sono stati finalmente rimossi dopo la denuncia del WWF!

Sempre alle spalle dello stabilimento sono visibili tutta una serie di cavi elettrici, condotte e tubature che si dipartono dalla struttura e si inerpicano sulla montagna tra la vegetazione, nascosti in parte da terreno e pietre o issati su pali, allocati in area vincolata paesisticamente ed interdetta al transito delle persone in quanto a rischio frana! Infine dei pali in legno, posizionati lungo il pontile che conduce allo stabilimento, sorreggono in modo precario alcuni corpi illuminanti, che oscillano al vento, alimentati da cavi elettrici fissati sotto le strutture di legno a pochi metri dal mare.”

In virtù di quanto documentato il WWF, visto anche il perpetrarsi di una situazione che tra autorizzazioni, accertamenti e verifiche ha di fatto permesso allo stabilimento “La Solara” di esercitare negli anni un’attività con produzione di scarichi senza averne sempre i requisiti previsti dalla legge, ha chiesto un sollecito intervento per accertare il corretto funzionamento dell’impianto di depurazione; la legittimità urbanistica di tutte le opere edili realizzate come pure dei cavi e delle condutture allocate al suolo e/o su pali; l’autorizzazione al deposito/discarica di materiali vari al suolo.

 

 

 

 

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