“Chi non mantiene gli impegni presi e la parola data non è un interlocutore affidabile. Il giorno 10 luglio c.a., dopo un incontro richiesto dal sindaco Ciro Buonajuto, i sindacati di categoria con un atto di responsabilità, per evitare disagi ai cittadini, revocarono lo sciopero dichiarato per il giorno 12 luglio c.a. accettando l’impegno preso dal sindaco, confortato dal presidente della delegazione trattante, che entro il mese di agosto ’18 tutte le giuste spettanze dei lavoratori sarebbero state liquidate. Per l’ennesima volta gli impegni assunti non sono stati rispettati ed addirittura nella busta paga di agosto non sono state liquidate neppure le voci del salario ricorrente quale turnazione, reperibilità ed altro. E’ stato esternalizzato il servizio per le buste paga e questi sono i risultati!
Come si può evincere le esternalizzazioni non sono state funzionali ad un maggior efficienza del servizio. Sono state funzionali, probabilmente, ad altri interessi della parte politica. E’ evidente la cattiveria politica da una parte e, dall’altra parte, l’incompetenza e l’incongruenza della dirigenza. Il giorno stesso della revoca dello sciopero da parte del sindacato di categoria, lo stesso sindaco uscì con delle dichiarazioni e comunicati stampa, “mettendoci la faccia”. Restiamo, pertanto, in attesa di un suo intervento non giustificatorio, ma sanzionatorio. Chi non mantiene gli impegni presi e la parola data non è un interlocutore affidabile”. Questo il documento redatto a Ercolano dal rappresentante territoriale Cgil Davide Pastore.
Una missiva inequivocabile che pone ancora una volta l’accento sulle anomalie comportamentali dell’amministrazione comunale, con particolare riferimento ad atteggiamenti adottati proprio dal primo cittadino Ciro Buonajuto. Professionalità, tutela nei confronti dei lavoratori e degli stessi contribuenti ercolanesi contraddistinguono l’operato del territoriale Cgil Davide Pastore, sempre in linea con il coordinatore Rsu Giuseppe Coppola e il Segretario Struttura Aziendale Vincenzo Marinò.
Alfonso Maria Liguori