I militari hanno riscontrato il non rispetto di alcune normative ed emanato sanzioni amministrative per illeciti ambientali per diverse centinaia di euro a carico del responsabile della struttura. I carabinieri forestali hanno inoltre proceduto a recuperare carte e documentazioni e, attualmente, sono in corso accertamenti in relazione al corretto smaltimento dei reflui fognari.
Il WWF Terre del Tirreno aveva riacceso i riflettori a metà agosto su quello che è uno dei posti paesaggisticamente più interessanti della costiera sorrentina.
“Siamo in zona C dell’Area Marina Protetta Punta Campanella – raccontano i volontari del WWF – in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico, archeologico ed idrogeologico, dove da tempo è in esercizio un’attività di balneazione-ristorazione denominata “Lido la Solara”, già oggetto di interessamento da parte del WWF negli anni passati. La nostra associazione ha chiesto anche di accertare le presunte irregolarità urbanistiche (per la realizzazione di opere edili fisse – 623 mq – in calcestruzzo armato sorrette da travi in leghe ferrose fissate sugli scogli con plinti di cemento, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, su demanio marittimo per 521 mq e in zona sottoposta a notevole moto ondoso e all’azione disgregante degli agenti atmosferici) e i motivi dei frequenti miasmi e cattivi odori, indicatori di un cattivo funzionamento dell’impianto, segnalati da cittadini e turisti che transitano dietro lo stabilimento.”
Negli anni passati alle denunce del WWF in relazione agli scarichi fognari aveva fatto
Attualmente lo stabilimento è in funzione e le acque reflue prodotte dall’attività vengono scaricate a mare attraverso una tubatura di colore giallo proveniente dal depuratore. Le analisi che attestano la regolarità degli scarichi a mare sono prodotte periodicamente dagli stessi privati!!!
Nelle immediate adiacenze dello sbocco della tubatura all’atto del sopralluogo dei volontari, tuttavia, l’acqua del mare è apparsa di un colore biancastro, con sostanze in galleggiamento identificate per comune esperienza come di provenienza fognaria. Tra gli scogli, inoltre, giacciono da tempo resti di travi in ferro e rifiuti vari di lavorazioni edili che i gestori della struttura adiacente attribuiscono alle mareggiate (!!!).
“E’ pazzesco – dichiarano gli attivisti del WWF – che ci sia chi produce reddito da una attività e non se ne frega nulla di ripulire gli scogli, nei pressi del suo stesso stabilimento, da rifiuti di ogni genere e chi invece, come i volontari del WWF, si immerge gratuitamente per ripulire i fondali da quegli stessi rifiuti? Ma c’è dell’altro in cui vorremmo vederci chiaro: l’impianto di depurazione risulterebbe tarato, dalla descrizione tecnica presentata al comune, per un carico di circa 70 persone al giorno e produce, al termine del processo, fanghi da smaltire. Ma è facile documentare come l’utenza reale sia superiore, soprattutto duranti gli eventi serali quando tantissime persone affollano lo stabilimento. Basta osservare le foto postate su facebook per capire che stiamo parlando di centinaia di persone.”
Poi c’è la questione del parcheggio utilizzato nella confinante proprietà Naldi in area percorsa dalle fiamme dopo essere stata disboscata!!!
“A ben leggere il collaudo, a firma dell’architetto Livio Balsamo – dichiara il presidente del WWF Terre del Tirreno Claudio d’Esposito – esso è stato effettuato solo ad aprile 2017 (n.d.r. il WWF aveva chiesto una verifica dello stesso già nel 2014!), ovvero prima della forte mareggiata che si è verificata questo inverno e che, con molta probabilità, può aver danneggiato le strutture in legno e filo di ferro. Inoltre nello stesso collaudo il tecnico “declina ogni responsabilità in caso di mancanza o assenza di manutenzione”. Manutenzione che, come si evince dalle foto rese pubbliche sulla pagina facebook della nostra associazione, appare chiaramente inesistente!”.