Continue stese e atti intimidatori nel centro storico: aria di guerra a Napoli

Pare infatti che altri sodalizi criminali sempre originari di San Giovanni a Teduccio si stiano riorganizzando per sferrare un attacco frontale ai Mazzarella, particolarmente temuti negli ambienti malavitosi

Aria di guerra nell’universo malavitoso partenopeo. Le continue stese e gli atti intimidatori messi in essere soprattutto nel centro storico e nella periferia orientale della città lasciano poco spazio ad una positiva interpretazione. Il territorio sarebbe teatro di scontri tra nuove gang composte da giovani poco più che adolescenti e famiglie storiche del sistema. In particolar modo i Mazzarella, originari di San Giovanni a Teduccio, faticherebbero a mantenere il controllo degli affari illeciti nelle aree sopracitate, penalizzati da arresti eccellenti e problemi sul fronte interno.




Pare infatti che altri sodalizi criminali sempre originari di San Giovanni a Teduccio si stiano riorganizzando per sferrare un attacco frontale ai Mazzarella, particolarmente temuti negli ambienti malavitosi per la ferocia del modus operandi. I Mazzarella iniziarono ad imporsi sulla scena criminale negli anni cinquanta quando la famiglia instaurò le cosiddette “paranze” del contrabbando da Santa Lucia a Posillipo, da Bagnoli a Pozzuoli. Negli anni cinquanta, sessanta e settanta erano attivi soprattutto i fratelli Zaza, zii dei Mazzarella, con a capo Michele Zaza. Dopo diversi anni la gestione dell’impero passò ai nipoti di Michele Zaza, i fratelli Mazzarella, i figli di Francesco Mazzarella: Ciro, detto ‘o Scellone, Gennaro, detto ‘o Schizzo, e Vincenzo, detto ‘o Pazzo. Questi ultimi durante gli anni ottanta e novanta finirono coinvolti in molte guerre di camorra che portarono alla morte di decine e decine di affiliati tra cui anche il mammasantissima Francesco che morì in un agguato all’uscita del carcere di Poggioreale nel 1998 (l’obiettivo era allora il figlio Vincenzo, i mandanti furono i vertici dell’Alleanza di Secondigliano). Nel 1996 Marianna, figlia di Luigi Giuliano, boss di Forcella e figura apicale della Nuova Famiglia, sposò Michele Mazzarella, figlio di Vincenzo Mazzarella: quell’unione servì a rafforzare i rapporti tra i due clan più importanti del centro storico e della periferia orientale.




Alla fine degli anni novanta, la famiglia Mazzarella entrò in guerra con l’Alleanza di Secondigliano, in particolare contro la famiglia Contini del Vasto-Arenaccia; questa faida portò a decine di morti fra i quali anche il patriarca Francesco, con una escalation nel mese di febbraio del 1998 che portò a dieci morti in nove giorni. Negli anni duemila il clan si è esteso anche alla provincia nord di Napoli in comuni come Acerra, Marigliano, Mariglianella, Brusciano, grazie all’alleanza con le famiglie locali. A Napoli città, invece, la famiglia Mazzarella iniziò a far parte del potente cartello denominato dagli inquirenti Misso-Mazzarella-Sarno (che ingloba comunque altre famiglie minori). Tuttavia, nel 2008, questa forte alleanza venne spezzata dal clan Sarno, portando la zona periferica orientale di Napoli ad una nuova e sanguinosa guerra. La fine dei Sarno, collaboratori di giustizia da anni, e il pentimento del super boss Luigi Giuliano avrebbe pesato enormemente sugli equilibri dei Mazzarella oggi chiamati a difendere il proprio impero criminale dai continui attacchi di nuovi e potenti clan operanti a Napoli e nell’hinterland.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.