Torre Annunziata, vertenza CMO: un passo avanti e tre indietro

Intanto i lavoratori, in questo caso parte fragile della vertenza, si chiedono quale rappresentatività abbia un'amministrazione che un giorno dice una cosa e il giorno dopo fa l'esatto contrario

È del 14 settembre scorso l’ultimo tavolo tecnico tra vertici del comune, azienda e comitato dei lavoratori. Sembrava esserci uno spiraglio, un punto di incontro sotto il profilo tecnico trovato tra le parti. In sostanza si credeva che l’annessione al patrimonio comunale dello stabile della medicina nucleare posto sotto sequestro dal luglio scorso potesse essere annullata in autotutela dal comune. Ma dopo un accordo verbale tra i presenti al tavoli, il giorno seguente c’è stato il dietrofront  da parte dell’amministrazione Ascione.




Con l’invio di una Pec l’Ente oplontino fa svanire l’ottimismo dichiarando che non può tornare sui suoi passi in merito all’annessione e che solo è ben disposta ad accettare approfondimenti sul tema da parte dell’azienda.

È un gioco di scacchi. Le strategie si sprecano. Intanto il tempo passa e nulla di nuovo pare presentarsi sotto il sole. Nemmeno le memorie che il comune doveva far pervenire al capo della procura Pennasilico, in breve tempo, pare siano mai giunte al destinatario.




Intanto i lavoratori, in questo caso parte fragile della vertenza, si chiedono quale rappresentatività abbia un’amministrazione che un giorno dice una cosa e il giorno dopo fa l’esatto contrario. Speranze tradite alimentano malumore. E l’aria tra i lavoratori diventa pesante. I rapporti si fanno difficili anche perché c’è oggettivamente differenza tra le varie tipologie di contratto: chi lavora a tempo determinato, chi a tempo indeterminato. Tutte virtù ereditate dalla moltiplicazione di tipologie contrattuali che come sempre incontrano i desiderata del capitale ma disuniscono e frantumano l’unità della forza lavoro.

Nel mentre la discussione è in corso anche tra azienda e sindacati (cgil-cisl-uil-ugl) sulle procedure di licenziamento i cui termini scadranno il 26 ottobre, tra i lavoratori del comitato ancora si pensa sia possibile trovare una soluzione tecnica che tenga tutto insieme. Dicono che questa possibilità è concreta ma viene vanificata dall’immobilismo istituzionle. E intanto due lavoratori a tempo determinato hanno già visto non rinnovato il loro contratto di lavoro e per fine mese toccherà ad altri otto. Solo se si passerà dalla strategia del gambero a quella dei giganti, sui passi da effettuare, si potrà nei prossimi giorni raccontare di miglioramenti di fase. Al momento tutto fa pensare al peggio.

VIAN



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