Non è solo una mazzata per i lavoratori che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Il sequestro della medicina nucleare presso il centro polispecialistico CMO sta mettendo in fibrillazione anche i pazienti che a tale struttura facevano riferimento.
Stiamo parlando di un servizio al pubblico che si interrompe mettendo a rischio la salute di tantissimi che qui avevano trovato tempestività e qualità tecnologica che nel resto della regione Campania non si trova. Servizi di eccellenza come la Pet al rame e scintigrafie per malati oncologici che da tre mesi non possono più essere erogati e che spingono migliaia di pazienti a cercare altrove strutture che garantiscano un tale livello di professionalità.
Stiamo parlando di circa 18.000 prestazioni annue che saltano, facendo si che il flusso della migrazione sanitaria, che tale struttura aveva saputo invertire catalizzandolo per la celerità del servizio offerto, si sposti nuovamente verso le regioni del nord con tutti gli scompensi economici e logistici che tale situazione comporta per gli assistiti.
E’ per questo che molti pazienti, sostenuti anche da gran parte della società civile oplontina, si stanno organizzando in gruppi ed in sinergia con il Tribunale del Malato ed altre associazioni di categoria per far si che si superi al più presto questo immobilismo che lede fortemente le loro speranze vitali. In più gli stessi solidarizzano con i lavoratori a rischio licenziamento per il sequestro dello stabile di via Roma e lanciano un grido d’allarme disperato verso le istituzioni affinchè qualcosa di concreto venga fatto per sbloccare una vicenda che giorno dopo giorno rischia di trasformarsi in un dramma sociale di dimensioni inaspettate.
VIAN