I collaboratori di giustizia potrebbero essere lo strumento per fare luce su una serie di delitti irrisolti nel vesuviano

Ed ecco che l’omertà impera ancora in contesti dove, è doveroso ribadirlo, grazie al coraggio di commercianti e imprenditori i clan hanno subito colpi durissimi venendo in alcuni casi quasi annientati

pentito camorraI collaboratori di giustizia potrebbero essere lo strumento per fare finalmente luce su una serie di delitti irrisolti nel vesuviano che in alcuni casi si intersecano con il mondo politico. Le gole profonde del sistema potrebbero , in comunità come Ercolano, Torre Annunziata, Torre del Greco , Castellammare di Stabia, ricostruire dinamiche e moventi di agguati mortali ad oggi dopo decenni avvolti ancora dal mistero. Mistero che nei paesi all’ombra del Vesuvio cela spesso una realtà ben nota a tutti ma scomoda da palesare.




Ed ecco che l’omertà impera ancora in contesti dove, è doveroso ribadirlo, grazie al coraggio di commercianti e imprenditori i clan hanno subito colpi durissimi venendo in alcuni casi quasi annientati. L’opera professionale e instancabile delle forze dell’ordine e della magistratura , supportata dalle rivelazioni di qualche collaboratore di giustizia, potrebbe portare all’identificazione dei colletti bianchi del sistema, professionisti al soldo del crimine organizzato che per anni si sono arricchiti operando ai margini e perfino a braccetto con lo stesso. Solo pensare che dietro veri e propri imperi economici frutto di illecite attività ci siano esclusivamente camorristi dall’indole feroce ma semianalfabeti è offendere l’intelligenza degli onesti contribuenti che animano le comunità vesuviane.




Finché non verrà fuori la verità, ovvero le collusioni tra due mondi che dovrebbero almeno sulla carta essere da sempre in completa antitesi si otterranno solo risultati modesti nella lotta alla prevaricazione violenta che per troppo tempo ha macchiato di sangue i paesi all’ombra del Vesuvio. La verità è che gli interessi in gioco sono enormi così come lo spessore di insospettabili invischiati con il business della camorra : altrimenti non si spiegherebbe come mai pentiti che si sono accusati numerosi omicidi continuerebbero a tacere in merito a determinate questioni. Probabilmente temono di cozzare con poteri talmente forti da spaventare più dell’ergastolo. Della serie: sorgerà mai l’alba di un giorno migliore ai piedi del vulcano più famoso d’Europa? La parola passa ai collaboratori di giustizia.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.