L’Asd Città di Gragnano ha presentato il Responsabile della storia e della cultura del club. Il Gragnano calcio partecipa per il quarto anno consecutivo al Campionato di serie D della Lega Nazionale Dilettanti.
Ilaria Sonnino, prima tifosa e cittadina gragnanese, da quest’anno sarà dunque molto più vicina alla squadra del suo paese.
“Nemmeno ci credevo quando mi è stato chiesto di dare questo contributo alla squadra. È stato solo qualche anno fa che cominciai a spendere qualche parola d’incoraggiamento per i nostri ragazzi alla vigilia del campionato”, afferma la Sonnino.
“Questa mia fede – continua la nuova dirigente del club – si sposa perfettamente non solo con la mia storia accademica, ma anche per la mia passione, per la storia e la cultura delle origini del mio paese”.
“Sono molto onorata di questa opportunità che mi è stata affidata, per questo ringrazio Andrea Ippolito che ne ha avuto l’idea ed il Presidente Martone che ne ha accettato la proposta. Prenderà presto corpo la necessità di coinvolgere tutti quelli che amano, non solo lo sport e quindi il Gragnano calcio, ma anche far appassionare tutti coloro i quali non hanno ancora memoria di una storia ricca di lustro”, conclude la Responsabile della storia e della cultura del club.
Il presidente Martone presente in piazza per le foto di rito ha annunciato: “Nel 2019 ricorrerà l’ottantesimo anno dalla nascita della prima squadra di Gragnano, quale migliore occasione per ripercorrere la storia dei club che si sono succeduti lungo il corso degli anni. Alla Sonnino, in questo nuovo ruolo, auguro di mettere in risalto nel migliore dei modi la cultura e i fatti che si sono vissuti in passato intorno al calcio gragnanese”.
Qualche parola spesa anche dal responsabile delle relazioni esterne e delle relazioni pubbliche sportive dell’Asd Città di Gragnano Andrea Ippolito, che in quella giornata ha portato in visione uno dei kit gara celebrativi: “Era necessario mettere i risalto con i fatti, e non con le parole, gli eventi che si sono susseguiti nel corso degli anni dentro e fuori del campo da gioco.
“Si è pensato – continua Ippolito – ad una persona, in questo caso una sociologa, che curasse in modo appassionato e preciso la storia e la cultura del club. L’accrescimento della cultura sportiva all’interno delle organizzazioni a vocazione sportiva porta all’abbattimento delle frizioni interne e genera il rispetto delle competenze”.