Con un documento indirizzato al Comune di Volla, protocollo 0028900 del 9 ottobre 2018, e rivolta in particolare all’architetto Carmela Granata, responsabile dello Sportello Unico per l’edilizia, all’ingegnere Alessandro Tartaro, responsabile del Procedimento delle pratiche edili e già responsabile dello Sportello Unico, al primo cittadino Pasquale Di Marzo, anche in qualità di responsabile dell’Urbanistica, delega che detiene ad interim, e infine alla Terza Commissione Consiliare, un gran numero dei tecnici operanti nel settore dell’edilizia a Volla chiedono un cambio di rotta da parte dell’amministrazione a riguardo delle concessioni edilizie del tutto ferme nell’ultimo triennio.
Oggetto della comunicazione recita: Richiesta relativa alla mancata istruttoria con esito di tutte le pratiche edili relative al triennio 2016, 2017, 2018 in relazione ad interventi edilizi sul territorio di Volla.
Una politica economica e sociale del tutto in letargo. Una città che non cresce e che perde ricchezza di anno in anno e un settore, che per la cittadina vesuviana era primario, del tutto allo sfascio. Un immobilismo a carico di certo non di questa amministrazione partendo dal 2016, ma che, stando alla “denuncia” di quanti operano nel settore, non accenna a cambiare rotta con l’esecutivo Di Marzo.
Ben tredici i firmatari del documento, professionisti che, come dichiarano, operano sul territorio vollese da ben 20 anni e che incaricati da cittadini per lavori di vario tipo, attendono con i loro clienti da ben tre anni l’istruttoria delle pratiche edilizie “giacenti” presso l’ufficio tecnico del comune di Volla.
Dal lontano maggio 2016 nessuna pratica edile ha avuto un esito definitivo si legge nel documento, che continua: “Dal 2017 ad oggi sono giacenti circa 400 pratiche edili che interessano piccoli e grandi interventi, i quali rappresentano il volano per l’edilizia sul nostro territorio quale indotto lavorativo per numerose famiglie del territorio”. Ma i tecnici vollesi denunciano anche “Che i due tecnici incaricati sia prima che attualmente non ricevono sia noi tecnici che i cittadini del territorio provocando enormi problemi relativi alla crescita e lo sviluppo economico del territorio tutto”. E ancora: “Che grazie alla situazione di stallo di tali procedure diverse aziende edili stanno licenziando operai e tecnici che collaborano con le loro aziende sul territorio di Volla. Che tale blocco crea problemi di ordine sociale dovuti al mancato indotto economico ad ogni livello…”
La richiesta quindi è semplice: ridare slancio all’edilizia e all’economia nel pieno rispetto delle leggi vigenti e dei diritti dei cittadini vollesi.
Il documento si conclude con una ferma presa di posizione: “In mancanza di vostro riscontro noi tutti tecnici e tutti i cittadini che sono titolari delle pratiche edili sul territorio di Volla, ci vedremo costretti ad agire nelle sedi giudiziarie per la tutela dei propri diritti sanciti dalla legge italiana, e per perseguire il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Volla per interruzione di servizio pubblico ai sensi dell’articolo 331 del codice penale, causando con tale interruzione gravi problemi al servizio pubblico di edilizia privata oltre a causare grande disagio sociale in tutte le famiglie interessate da tali interventi in primo ai cittadini fino alle famiglie interessate da tale indotto economico, nella speranza che tale evento non susciti un abbandono totale delle nostre terre dovuto al blocco dell’edilizia sul territorio come già avvenuto in altre regioni nel pieno spirito di collaborazione con le istituzioni tutte…”
Sulla questione è intervenuto il vicepresidente del consiglio comunale e leader di Fratelli d’Italia, Giuseppe Annone che concorda con le richieste dei tecnici e dei cittadini vollesi ponendo l’accento su un altro aspetto. “Oltre ad una mancata crescita sociale ed economica evidente, il lungo letargo che il comune di Volla sta imponendo alle concessioni edilizie provoca un altrettanto evidente danno alle casse della città e di conseguenza alla vivibilità. Il comune non concede di costruire e di conseguenza non incassa i diritti per le concessioni. Il 20% di questi introiti potrebbero essere utilizzati per interventi a strade e immobili comunali, come ad esempio le scuole cittadine. Un immobilismo che blocca la città sotto troppi aspetti e che va assolutamente superato. Senza contare che questi ritardi e diritti insoddisfatti dei cittadini potrebbero tramutarsi in debiti fuori bilancio in caso di denunce e ricorsi da parte degli aventi diritto”.
Intanto, come dichiarato dallo stesso Annone, il Piano Urbanistico Comunale, annunciato il 6 settembre, è ancora ai nastri di partenza. Il comune, gli uffici competenti, non hanno ancora incardinato l’iter per giungere alla realizzazione e all’adozione di un nuovo Puc.
Un’ultima affermazione del consigliere di opposizione fa riflettere: “Nel riequilibrio di bilancio, il 6 settembre, sono stati inseriti proprio gli introiti che dovrebbero derivare dalle concessioni edilizie per centinaia di migliaia di euro, ma in assenza di concessioni ci troviamo davanti ad un riequilibrio che esiste solo sulla carta data che mancherà, a gennaio, la parte concreta della manovra economica comunale: i soldi”.
Gennaro Cirillo