“ Lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali di categoria Cgil, Cisl ,Uil per la mancata applicazione contrattuale negata per 3 anni, ha visto ad Ercolano una larga partecipazione dei lavoratori , nonostante che i giornali asserviti alla politica dicano il contrario. Su un organico di 260 lavoratori circa, oltre 130 dipendenti hanno aderito allo sciopero. Le dichiarazioni fatte su un quotidiano, da parte degli amministratori, già da tempo impegnati per la propria campagna elettorale , dimostrano il disprezzo nei confronti di chi rivendica la dignità del lavoro.
Continueremo con le iniziative per affermare sempre più che l’applicazione del contratto è un diritto e non un favore elargito dalla politica per il consenso elettorale. Il contratto è un diritto del lavoratore non uno strumento per un voto di scambio”. Questa la nota ufficiale diramata da Davide Pastore, FP Cgil Territoriale. Gravissime le denunce presentate dalla Cgil che aveva inequivocabilmente evidenziato come una sentenza emessa contro il Comune per atteggiamento antisindacale con conseguente annullamento degli atti relativi all’esternalizzazione dei servizi, tra cui quello della riscossione tributi attualmente gestita dalla società Andreani, resti ad oggi inapplicata. Per non parlare del parcheggio di via Alveo: l’esternalizzazione dell’area parking comporterebbe solo un danno, sempre secondo la Cgil, alle casse comunali.
Sempre la Cgil aveva inoltre denunciato due palesi incompatibilità all’interno dello stesso Ente. La forza sociale nello specifico aveva evidenziato nelle sedi opportune come il Comandante della Polizia Locale dott. Francesco Zenti ,ricoprendo nel contempo il ruolo di dirigente degli Affari Generali , divenga controllore di se stesso. Sempre la Cgil aveva inoltre rimarcato ufficialmente come il Segretario Generale dell’Ente dott. Ferdinando Guarracino , essendo responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione , quindi preposto al controllo degli atti degli altri dirigenti , ricoprendo il ruolo di dirigente all’Avvocatura divenga a sua volta supervisore di se stesso.
Alfonso Maria Liguori