L’uomo, già tratto in arresto da personale della Squadra Mobile, il 3 agosto di quest’anno, per gli stessi reati, era stato successivamente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con ordinanza del 6 agosto 2018.
Gli approfondimenti investigativi svolti dagli agenti della Squadra Mobile, unitamente a personale del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli, hanno consentito di documentare ulteriori condotte illecite poste in essere dal terapista.
L’analisi effettuata sul cellulare in uso all’arrestato ha permesso di scoprire i siti ricercati dal terapista su Google, molti dei quali rimandavano ad immagini pedopornografiche. È stata anche individuata un’applicazione utilizzata per nascondere e custodire file con immagini compromettenti, visibili solo attraverso un sistema criptato di password.