Il Tribunale Amministrativo di Napoli si è pronunciato favorevolmente in merito al ricorso presentato dalla Gigante Immobiliare s.r.l. contro il Comune di Torre Annunziata per l’annullamento dell’ordinanza del 9 luglio scorso con la quale l’ente oplontino ha ordinato l’acquisizione a patrimonio indisponibile dell’intero immobile di via Roma nel quale il Centro Polispecialistico svolgeva la sua attività di Medicina Nucleare causando così il blocco totale dell’erogazione del servizio ed il conseguente licenziamento di 70 unità lavorative.
Tale pronunciamento potrebbe indurre il comune, stante la volontà politica, a ritirare a cascata e/o modificare il suo punto di vista su tutta una serie di altri atti tra cui l’ordinanza che intimava la chiusura ad horas delle attività socio-assistenziali svolte nei locali; la deliberazione con la quale la Giunta comunale ha approvato il computo metrico estimativo dei lavori necessari a pervenire alla demolizione delle opere contestate come abusive; il provvedimento con il quale il Suap ha espresso parere sfavorevole alla sanatoria richiesta dal conduttore dell’immobile CMO s.r.l. per le difformità contestate (e per le quali non si era richiesta l’autorizzazione alla demolizione), parere espresso al Segretario Generale dell’ente, sostituitosi al dirigente dell’Area Tecnico-Urbanistica rispetto al quale si configura una situazione di conflitto d’interesse; della nota indirizzata al conduttore dell’immobile CMO con cui il Sindaco della città ha denegato la richiesta revoca del provvedimento di acquisizione e successivi atti impugnati; l’annullamento delle ordinanze di demolizione 14, 18, 19 e 20 emesse tra aprile e maggio 2017 dal dirigente dell’area tecnico-urbanistica mai indirizzate alla ricorrente.
La sospensiva del TAR in merito all’acquisizione al patrimonio effettuata dal comune apre strade nuove alla vicenda: infatti ora sarà possibile per l’azienda chiedere il dissequestro alla Procura dell’immobile in questione.
Un passo avanti è stato fatto, ma molto ancora resta da fare. A cominciare dall’impegno dell’amministrazione a risolvere tale vicenda pensando in modo preponderante alla sorte dei 70 lavoratori che si sono visti licenziare perché espropriati, in un nanosecondo, del loro luogo di lavoro.
VIAN