Nonostante il fascicolo reciti “fine pena mai ” Umberto Onda non avrebbe minimamente intenzione di collaborare con la Giustizia restando secondo i magistrati, nonostante lo stato di detenzione a regime di carcere duro , elemento estremamente pericoloso del clan. In linea con l’atteggiamento adottato da Onda un altro esponente di spicco dei Gionta, Alfonso Agnello, alias “ Chio Chio”, detenuto nel carcere di Opera dove sta scontando una condanna a 17 anni di reclusione. Lo stesso ras Valentino Gionta non ha mai dato cenni di conversione ma starebbe scontando in omertoso silenzio la propria condanna all’ergastolo in regime di 41 bis presso il carcere di Novara. Tanti episodi hanno visto Valentino Gionta protagonista di guerre sanguinose con i clan rivali (in particolare con i Gallo) per il controllo degli affari illeciti sul territorio.
Il boss di Torre Annunziata è riuscito nel tempo a conquistare i vicoli della cittadina vesuviana entrando nella mente di una parte dei giovani che orbitano intorno al Santuario della Madonna della Neve situato nel cuore storico del paese. Un padrino della camorra in grado di tener testa a capi storici del crimine organizzato del calibro di Antonio Bardellino, Carmine Alfieri, Mario Fabbrocino e Pasquale Galasso rispondendo colpo su colpo ad agguati spesso di violenza inaudita (come la famosa strage del 1984 in cui persero la vita numerosi affiliati dei “valentini” su mandato di Bardellino e su esecuzione materiale degli uomini di Alfieri). Oggi le dichiarazioni di Michele Palumbo potrebbero provocare un terremoto in casa Gionta e forse mettere a rischio l’esistenza stessa dell’organizzazione criminale oplontina.
Alfonso Maria Liguori