Carlo Giuffré nacque a Napoli nel 1928 e fra un mese, il 3 dicembre, avrebbe compiuto 90 anni di cui circa 70 trascorsi nei teatri e sui set cinematografici. E’ morto a Roma nel trascorso giorno di Ognissanti. Una carriera artistica iniziata con il fratello Aldo in teatro nel 1947, da diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, mentre il grande debutto avvenne con Eduardo De Filippo nel 1949. L’ultimo suo impegno in palcoscenico fu con la rappresentazione teatrale di “Schindler’s List”, tratta dal lavoro cinematografico di Steven Spielberg, e messa in scena negli anni 2014-15 con l’adattamento e la regia del figlio Francesco.
Prese parte a produzioni cinematografiche e fiction tv come “I Giacobini” nel 1962, diretto da Edmo Fenoglio. Nel 1963 venne chiamato nella “Compagnia dei Giovani” e con Elsa Albano, Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Romolo Valli, trascorse otto anni affrontando grandi sfide attoriali come in “Tre sorelle” di Anton Čechov, “Egmont” di Johann Wolfgang Goethe, “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello. Nel 1971 condusse XXI edizione del Festival di Sanremo
Carlo con il fratello Aldo, morto nel 2010, per molto tempo condivise la scena come nella memorabile rappresentazione del lavoro di Armando Curcio “I casi sono due”. I due fratelli, condividendo i tanti successi, serbavano incancellabili i ricordi di bambini orfani di padre che ben presto vennero lasciati in custodia presso l’istituto “Filangieri” di Napoli per volontà della mamma ormai caduta in povertà. I due poi, nella maturità intrapresero separati percorsi artistici.
Dal 2003 al 2010 Carlo Giuffré ha diretto e interpretato successivamente queste opere teatrali: di Eduardo Scarpetta, “Miseria e nobiltà” con Nello Mascia e “Il medico dei pazzi”; “Il sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo; “I casi sono due” di Armando Curcio, con Angela Pagano; “Questi fantasmi!” di Eduardo De Filippo.
Recitò in 83 film, con vari registi da Dini Risi a Mario Camerini, da Carlo Vanzina, Roberto Benigni, fino all’ultimo film nel 2016, in “Se mi lasci non vale” di Vincenzo Salemme.
Il sociologo e giornalista Antonio Castaldo che è stato suo allievo a metà degli anni ’80 presso l’Università Popolare dello Spettacolo di Napoli, dove si è diplomato in “Comunicazione sociale e Attore”, ricorda “il Maestro Carlo Giuffré nella sua gentile austerità messa la servizio di quei giovani che tutti i pomeriggi frequentavano i corsi dell’UPS all’Istituto La Salle a Materdei, dove l’ars recitandi, dalla Commedia dell’Arte al teatro borghese, passando per l’esperienza eduardiana, veniva loro travasata. Una grande esperienza formativa, artistica ed umana, accompagnata dalla sua rigorosa professionalità e dal suo benevole sorriso. Ciao Maestro!”