I vero bersaglio dell’agguato mortale avvenuto il 29 settembre del 2004 era Balzano: i Gionta ritennero infatti la vittima non più affidabile per l’organizzazione. Un particolare questo che all’interno del sistema comporta l’inappellabile condanna a morte per l’affiliato in odore di tradimento o poco gestibile. Il pentito Aniello Nasto aveva accusato Onda di questo omicidio : delitto ricostruito fedelmente ai giudici dal collaboratore di giustizia , avvenuto nei pressi di via Dogana, a due passi dal Bar Ittico Madonna della Neve.Nell’agguato rimase ucciso anche Scoppetta, cognato di Balzano . Scoppetta avrebbe avuto solo il torto di essere in compagnia del condannato a morte al momento dell’esecuzione. Nell’ordine l’ultimo assassinio attribuito ad Onda dei sei è quello di Domenico Scoppetta, fratello di Angelo, che secondo il clan Gionta si stava organizzando per vendicare l’uccisone dei congiunti .
Domenico Scoppetta fu trucidato un anno dopo all’interno del rione Penniniello. : l’uomo fu raggiunto da oltre 20 proiettili che non gli lasciarono scampo. Le dichiarazioni inerenti questo omicidio furono rilasciate ai magistrati da Michele Palumbo, a sua volta collaboratore di giustizia ed esecutore materiale dell’uccisione di Scoppetta. A dire di Palumbo anche Onda sparò alla vittima nonostante fosse già morta. Fine pena mai : un verdetto pesante che tocca un ras di primo piano del clan di Valentino Gionta, il super boss mai pentito di Torre Annunziata divenuto negli anni leggenda criminale per una parte dei giovani torresi cresciuti nel mito del padrino a cui nemmeno Raffaele Cutolo riuscì a tener testa.
Alfonso Maria Liguori