Il boss Mario Fabbrocino e i rapporti con clan di Napoli

Un connubio che sarebbe più volte emerso dalle indagini degli inquirenti e dalle rivelazioni di alcuni pentiti. Si parlerebbe di sodalizi criminali partenopei del calibro dei Mazzarella

L’ex primula rossa della Nuova Famiglia Mario Fabbrocino eserciterebbe ancora un’influenza enorme negli ambienti criminali operanti all’ombra del Vesuvio.

ll super boss Mario Fabbrocino manterrebbe nel contempo stretti legami con potenti clan di Napoli. Un connubio che sarebbe più volte emerso dalle indagini degli inquirenti e dalle rivelazioni di alcuni pentiti. Si parlerebbe di sodalizi criminali partenopei del calibro dei Mazzarella in ottimi rapporti con il ras Fabbrocino, la mano della camorra tra il nolano e il Vesuvio: capo dell’omonimo clan ‘o Gravunaro, questo lo pseudonimo del boss, detenuto per duplice omicidio dall’agosto del 2005, controllerebbe ancora il traffico di stupefacenti, il mercato delle costruzioni, il racket tra San Gennaro Vesuviano e San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano e San Gennarello, Palma Campania e Terzigno.

Un fiume di denaro ripulito in società di comodo nel settore edilizio, alimentare, ristorativo e nella vendita di prodotti alimentari per animali all’ingrosso. Mario Fabbrocino è uno dei promotori della cosiddetta Nuova Famiglia, l’organizzazione criminale nata alla fine degli anni ’70 in antitesi alla NCO di Raffaele Cutolo. Nel 1883 ‘o Gravunaro prende le distanze da un altro super boss della camorra, Michele Zaza, creando un clan autonomo con l’ausilio dei fratelli Russo di San Paolo Belsito e Salvatore D’Avino di Somma Vesuviana. Per anni il clan Fabbrocino ha imposto agli imprenditori edili l’acquisto di calcestruzzo prodotto dalla ditta “Fortuna” oltre ad una tassa da versare con scadenze periodiche. Mario Fabbrocino è cugino del padrino Carmine Alfieri e con lui vicinissimo per lungo tempo ad Antonio Gava, ex Ministro delle Poste e dell’Interno, ex Senatore della Repubblica e soprattutto ex colonna portante della Democrazia Cristiana. Un uomo potente Mario Fabbrocino, legato a cartelli principali della droga in Sud America e capace di infiltrarsi nelle istituzioni ai massimi livelli.

Ad oggi non si muoverebbe foglia che il clan Fabbrocino non voglia nel perimetro sopracitato all’ombra del Vesuvio. Le ultime guerre di mala a Napoli e in provincia tra baby gang e vecchie famiglie potrebbero invogliare vecchi ras del calibro di Fabbrocino a ricostituire la piramide della Nuova Famiglia monopolizzando così il controllo degli affari illeciti su buona parte non solo dell’hinterland napoletano ma dell’intera Regione. Della serie: “radio mala” riferirebbe che i vecchi leoni, feriti ma non morti, sarebbero pronti a ruggire di nuovo contro le mire espansionistiche dei nuovi ras di camorra.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.