È stata inaugurata a Philadelphia , negli Stati Uniti, la mostra “Arte Povera: Homage to Amalfi ’68”. Un omaggio all’esposizione “ Arte Povera + Azioni Povere” che 50 anni fa all’Antico Arsenale della Repubblica ha lanciato, grazie all’opera di Marcello e Lia Rumma, un nuovo sentire nel panorama dell’arte e che nell’occasione del cinquantennale è stata, per precisa volontà dell’assessore alla cultura di Amalfi Enza Cobalto, al centro delle celebrazioni del Capodanno Bizantino ad Amalfi, culminato il primo settembre 2018 con l’investitura di Lia Rumma a “Magister di Civiltà Amalfitana” per alti meriti artistici.
“Arte Povera: Homage to Amalfi ’68” viene così presentata dal Philadelphia Museum of Art: “ Cinquant’anni fa, una mostra di tre giorni ad Amalfi ha cambiato il corso dell’arte contemporanea in Italia. L’Arte Povera ha reagito contro il predominio del Minimalismo e della Pop Art e si è impegnata in un processo di enfasi per l’arte della guerriglia e l’uso di materiali umili e poco costosi. Questa esposizione rende omaggio a questo evento rivoluzionario e presenta una serie di opere esposte originariamente ad Amalfi”.
Nel corso dell’inaugurazione, che ha visto la presenza della gallerista Lia Rumma, è stata data lettura ad una lettera indirizzata al curatore Carlos Basualdo dal sindaco di Amalfi Daniele Milano, che così ha salutato l’esposizione statunitense: “accolga tutta la nostra gratitudine per aver voluto omaggiare la nostra Città in quello che è oggi uno dei più grandi e prestigiosi Musei del mondo. Oramai cinquant’anni fa, venne scritta qui ad Amalfi una fra le più belle pagine di storia dell’arte contemporanea, uno dei primi e più importanti momenti di internazionalizzazione degli artisti degli anni Sessanta che, fra le volte del nostro Antico Arsenale, diedero vita ad una serie di opere di natura processuale, insieme ad azioni, happening e performance. Fondamentale fu la perspicacia e la lungimiranza di Marcello Rumma, padre promotore di un’iniziativa che non ha mai smesso, negli anni, di far parlare di sé e che attraverso Lia continua a vivere, nella sua finezza, tenacia e professionalità. A lei dott. Basualdo, e alla cara Lia, rivolgiamo il nostro sentimento di orgoglio e gratitudine”.
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