La questione ambientale in Campania diventa nuovamente luogo del contendere delle forze politiche. E se in questi giorni alla ribalta c’è stato il confronto a distanza tra i due vicepremier del governo giallo-verde in carica, Salvini e Di Maio, sulla questione inceneritori si oppure no, tra i due si inserisce il primo ministro Conte che prova a mediare e cercare una quadra tra la prospettiva inceneritorista lombarda e la visione green (seppure molto soft) dei grillini.
Domani, dunque, il premier Conte sarà a Caserta con gran parte dell’esecutivo per la firma di un protocollo d’intesa sull’emergenza dei roghi tossici nella ‘terra dei fuochi’. Che poi questa ‘terra’ circoscritta così, dato il diffuso e costante bruciare di rifiuti su tutto il territorio campano (e non solo), lascia trasparire un approccio minimale, ad effetto, spot.
La ‘terra dei fuochi’ è ovunque bruci qualcosa che avvelena aria, suolo ed abitanti. Andrebbe, quindi, sprovincializzata quest’etichetta. Sennò potrebbe rivelarsi l’ulteriore tassello di quell’imbroglio ecologico, buono per i profitti ma non per la salvaguardia della sfera vitale, che da sempre le comunità, le resistenze ambientali, le lotte territoriali denunciano. Come lo denunceranno di nuovo domani sotto la prefettura di Caserta alle ore 16, affinchè le loro critiche, le loro battaglie, le loro alternative non vengano sottaciute, non considerate, vilipese.
vian