C’erano una volta i manicomi luoghi dove uomini e donne, incapaci di superare gli smarrimenti prodotti da eventi traumatici, vi abitavano segregati, in esilio perenne, senza alcun diritto umano tali da essere assimilati a dei “randagi” rinchiusi. Un mondo parallelo alla vita ordinaria e alla sua razionalità.
In quei cancelli sbarrati notte e giorno, in quei corridoi tetri ma attinti di bianco, il neuropsichiatra Franco Basaglia si adoperò nel ridare decoro e dignità a quelle vite strappate ad ogni speranza, praticando la vicinanza ai bisogni del singolo paziente. Coraggioso eliminò contenzione fisica ed elettroconvulsivanti; ordinò che fossero aperti i cancelli per il pranzo, stimolò i malati mentali al lavoro.
Un modo per dire addio alle città dei pazzi che sfociò il 13 maggio ’78 con l’approvazione della legge 180 che nei fatti dispose la chiusura dei manicomi segnando una svolta nel mondo dell’assistenza ai malati psichiatrici. Una luce dal buio affiorò. Una legge quadro frutto di giuste battaglie “ma comunque incompleta ed incompiuta che presentava il limite dalla mancata definizione dei servizi alternativi all’ospedale psichiatrico – ci dice Antonio Piccolo, vice presidente del centro per la famiglia di Casa di Rosanna -.
La voce critica alla legge 180 fu, ed è ancora, quella di aver scaricato sulle famiglie il peso totale dei malati psichiatrici”. A quarant’anni dalla legge continua il dibattito tra aspettative e polemiche, tra chi è chiamato a fare i conti con la presa in carico, la cura e l’organizzazione dei servizi in quello che poi è stato definito il trattamento sanitario obbligatorio.
40 anni senza manicomi, aspettative e polemiche, questo il convegno organizzato dai Lions club Miglio d’Oro d’intesa con Casa di Rosanna ed il patrocinio del Comune di Ercolano si terrà sabato prossimo 24 novembre, con inizio alle 9,30, a Villa Signorini nelle città degli scavi. Un incontro per una riflessione attenta sullo stato della psichiatria in Italia ed alla falde del Vesuvio, qual è l’impatto ad oggi con le famiglie, quali gli interventi psico-educativi possibili da realizzarsi, quali gruppi di auto-aiuto da formarsi sul territorio vesuviano.
Dopo l’introduzione del Dott. Carlo Amati, responsabile del centro diurno DSM-ASL NA3 Sud sono attesi i seguenti relatori: lo psichiatra Giuseppe Nese – coordinatore regionale R.E.M.S.-, Don Francoise de La Salle – già Cappellano dell’ospedale psichiatrico giudiziario – , la psichiatra Gaia Sampogna e l’Avv. Maurizio Rossi – Presidente di Casa di Rosanna – che intervenuto alla conferenza stampa di presentazione del convegno dichiara: “la nevrosi, il male dell’anima, sommata a odio e rancori che si annidano nelle nostre case diventano ordigni a tempo pronti a distruggere le nostre famiglie , come la cronaca di quest’ultima settimana ci ha fatto registrare. Penso alle mamme che uccidono i figli ed ai tanti papà che insofferenti alla separazione, in preda alla disperazione, commettono il reato di femminicidio”.
Nevrosi e depressione spesso additate come una non vera malattia e come solo dei malumori immotivati, vanno tenuti sotto controllo perché prologo di qualcosa di più grave e per questo motivo vanno curate. “ Si tende ad omologare tali patologie con un disagio esistenziale; le sedute psicoanalitiche, che aiutano ad entrare in sé stessi, sono solo l’inizio di una terapia, che integrata con un percorso di comunicazione religiosa, diventano un metodo per definire persona e realtà, così Antonio Piccolo. La realtà non consiste nel vivere la sofferenza e/o il dolore è semplicemente il contrario”.
L’appuntamento di Villa Signorini costituirà l’occasione per ricordare il Dott. Bruno Gentile, già psichiatra del dipartimento di salute mentale di Ercolano, vittima sul lavoro perché assassinato vent’anni fa da un malato psichiatrico, con una targa commemorativa ricordo che sarà ritirata dalla figlia Daria alla presenza della vedova Giuseppina Iacono Gentile.