Ercolano: dopo il fallimento targato Buonajuto, la città a chi la ama

Ci si interroga ora su quale potrebbe essere l’alternativa a Buonajuto alle urne: professionisti indigeni di grosso spessore non mancherebbero, tutto sta però a capire se realmente queste figure vogliano governare Ercolano solo perchè la amano

Voglia di trasparenza nella politica ercolanese. Nonostante i proclami al rispetto delle regole e delle decisioni istituzionali relative all’operatività della macchina comunale ad oggi la cittadina degli scavi continua a macinare polemiche e contraddizioni all’interno della stessa maggioranza.

Senza entrare nel merito delle ultime vicende legate alla prima fase selettiva del tanto discusso concorso per la nomina di agenti di Polizia Locale ci si sente francamente ben lontani dal rinnovamento qualitativo promesso dal sindaco Ciro Buonajuto in periodo elettorale. Tante le questioni da risolvere in un paese dove ormai le carenze appaiono endemiche: dallo stato di vergognoso degrado in cui versano i corridoi laterali del MAV (museo archeologico virtuale) alle difficoltà logistiche di periferie abbandonate a se stesse. Per non parlare della sede ASL situata in un angusto viottolo di via Macello che da tempo avrebbe dovuto avere una nuova location.

Per chi mastica un po’ di politica è scontato che avvicinandoci alle amministrative locali saranno effettuati una serie di interventi, che sarebbero dovuti avvenire anni addietro, per recuperare voti e consensi tra la gente in parte delusa dalla politica elitaria messa in essere dal renziano doc Ciro Buonajuto. Un sindaco nel quale erano stati in tanti a credere e investire nella speranza di imprimere una svolta decisiva alla crescita qualitativa della comunità.

Ci si interroga ora su quale potrebbe essere l’alternativa a Buonajuto alle urne: professionisti indigeni di grosso spessore non mancherebbero, tutto sta però a capire se realmente queste figure vogliano governare Ercolano o intendano solo negoziare con l’attuale primo cittadino per ottenere magari benefici personali. Non sarebbe la prima volta che dopo tanto clamore si finisce con il trovarsi sempre lo stesso nome quotato come “cavallo vincente”.

La cittadina degli scavi dovrebbe essere amministrata, secondo l’umile parere dello scrivente e di tanti ercolanesi, da persone vicine alle ambasce della povera gente, di chi gridando al di la del muro non  fa rumore. Altrimenti continueremo ad assistere ad inutile passerelle, comizi enfatizzati e proclami di legalità conditi da palesi anomalie all’interno dello stesso Ente. In merito ci auguriamo che quanto prima gli organi preposti facciano piena luce su strane disfunzioni che macchiano la credibilità della macchina comunale, tra cui 2 incompatibilità e una sentenza non eseguita.

In sintesi: Ercolano dovrebbe essere amministrata da chi ama il territorio nell’unità che lo caratterizza e non da persone che alla fine valorizzano solo alcune aree di una città dalle potenzialità incommensurabili.

Alfonso Maria Liguori

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